La Transcom condannata a pagare 15 ex dipendenti

La Corte d’Appello riconosce le differenze retributive di inquadramento Ma la Cassazione ha respinto i ricorsi contro i licenziamenti del 2009

L’AQUILA. La Corte d’Appello ha confermato la condanna a carico della Transcom, azienda che gestiva un grosso call center all’Aquila, in relazione alla richiesta di una quindicina di ex dipendenti che prestavano servizio prima di essere licenziati. Ai ricorrenti, infatti, prima della chiusura, l’azienda aveva riconosciuto un livello di inquadramento superiore con ovvio adeguamento delle spettanze.

Poi, però, queste persone vennero licenziate e l’azienda, in relazione alle loro richieste, rispose picche. Ci fu una lunga vertenza nella quale l’azienda sostenne che, in virtù del licenziamento, comunque quei soldi non erano più dovuti.

La causa di lavoro si è protratta fino al giudizio di appello dove i prestatori d’opera hanno ottenuto quello che desideravano ovvero il pagamento di quelle somme. Non si tratta di cifre particolarmente alte, ma i ricorrenti sono soddisfatti per il principio che è stato ribadito dai giudici di secondo grado. L’azienda ora potrà ricorrere in Cassazione.

Questo ricorso, avviato dai ricorrenti aderenti all’Ugl, è stato curato dagli avvocati Vincenzo Cipolletta, Tania Pietropaoli, Federico Cinque.

E, a proposito della Cassazione, davanti ai giudici della suprema corte pendeva la decisione su un altro ricorso dei dipendenti, quello che impugnava il licenziamento.

Poco più di un mese fa la Cassazione ha respinto il ricorso degli ex dipendenti i quali volevano essere riassunti. In un primo momento i lavoratori vinsero il ricorso davanti al giudice del lavoro.

La sentenza venne ribaltata in appello e la Cassazione in tempi relativamente recenti ha dato definitivamente ragione alla Transcom. Va anche detto che, qualora fosse stata stabilita la riassunzione, questa, per ovvie ragioni, sarebbe stata ottenuta in una sede lontano dall’Aquila.

Quando la Transcom approdò in città lo fece con progetti di grande respiro che lasciavano ipotizzare una lunga permanenza. Era l’unica struttura multinazionale di contact center con l’estensione geografica più ampia in Europa. Si trovava in una palazzina di tre piani a Pettino.

Si trattava del principale Contact Center di Transcom in Italia in termini di capacità, con 328 postazioni operatore attive (di cui 8 dedicate alla formazione) e 734 addetti, di cui 691 operatori.

Poi le strategie aziendali sono state modificate al punto che ci furono dei contestatissimi licenziamenti. I provvedimenti furono oggetto di una serie di proteste di piazza che, però, non servirono a far cambiare idea ai vertici aziendali.

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