La voce di Cristicchi contro i manicomi

L’artista si racconta al Centro: «Il mio grande legame con l’Abruzzo» Il suo impegno post-terremoto nella ricostruzione di una scuola
AVEZZANO. Ama sperimentare e mettersi in gioco. Questo è Simone Cristicchi che questa sera presenterà al Teatro dei Marsi lo spettacolo “Li Romani in Russia” e che ci ha rilasciato un’intervista esclusiva.
Sappiamo che ha frequentato il liceo classico ed è un appassionato di fumetti: da ragazzo preferiva tradurre una versione di greco o leggere un fumetto?
«Il fumetto è stato il mio primo amore, io avevo questo talento molto spiccato per il disegno fin dall'elementari. Fui incoraggiato dal grande disegnatore Iacovitti, che mi ha preso sotto la sua ala protettiva. Chiaramente il greco rispetto al disegno era molto più difficile per me; è un qualcosa che mi è rimasto, un imprinting culturale. Tante parole provengono dal greco, eppure oggi viene detto lingua morta».
Dalla sua esperienza nei Cim sono nati due spettacoli teatrali e la canzone " Ti regalerò una rosa" con la quale ha vinto il festival di Sanremo; che cosa l'ha spinto a fare volontariato in queste strutture e che cosa le è rimasto di quest'esperienza?
«Mi sono avvicinato per la prima volta alla tematica delle malattie mentali, perché ho avuto un'esperienza personale: un amico che soffriva di disturbi psichici a causa dell’assunzione di alcune droghe. La malattia lo faceva passare da momenti di grande euforia ad altri di grande depressione. Io andavo a trovarlo e ho scoperto la realtà della malattia mentale. Negli anni ho capito che il manicomio aveva una dinamica molto simile a quella del campo di concentramento, perché annullava quasi completamente l'identità delle persone. La voglia di scrivere una canzone sull'argomento è nata dopo aver realizzato un documentario dal titolo "Dall'altra parte del cancello”, (su youtube) nel quale intervisto, in giro per l'Italia, persone che hanno vissuto in questo luogo terribile».
Nella sua canzone " L'Italia di Piero" si nasconde una critica all'italiano medio? Se sì da cosa nasce?
«In questa canzone parlo del manicomio che abbiamo nella nostra testa nel momento in cui inventiamo un mondo che non c'è. Parlo dell'italiano medio che si concede il lusso dello scherzo folle alla Mario Magnotta, ma parlo anche del politico che usa la fantasia in maniera subdola per convincere gli elettori. Quindi “L'Italia di Piero” è un affresco, molto fumettistico, molto ironico, ma dal retrogusto amaro».
Se dovessimo prenotare un soggiorno al Grand hotel Cristicchi quale stanza ci consiglierebbe? L'idea del sito è stata sua?
«L'idea è stata mia , visto che il mio ultimo album è stato scritto nelle stanze di hotel, ed è come se queste canzoni continuassero a vivere lì. Consiglierei un brano in particolare che si intitola "L'ultimo valzer", cui tengo molto e che ha vinto anche il premio come miglior testo dell'anno; è una storia d'amore tra due anziani ultraottantenni che vivono parcheggiati in un ospizio in attesa della loro morte».
Nello spettacolo " Mio nonno è morto in guerra" quanto c'è di suo e di esperienza in famiglia?
«Il mio lavoro sulla seconda guerra mondiale è dovuto al silenzio di mio nonno Rinaldo che durante tutta la sua vita non ha mai voluto raccontarmi queste storie nonostante avesse partecipato alla campagna di Russia».
Ha qualche legame con l'Abruzzo?
«Ho degli amici e dei parenti, che abitano a Pizzoli. Sono venuto a visitare quello che resta della città dell'Aquila, e mi sono dato da fare, per la ricostruzione della scuola di San Demetrio. Abbiamo fatto un concerto. Nella tendopoli del Globo gli unici a non vivere le difficoltà del momento erano i malati mentali contenti di avere un’occasione per stare in libertà insieme agli altri».
Perché ha scelto proprio Carla Bruni come soggetto della canzone "Meno male"?
«È una canzone che in realtà non parla di Carla Bruni ma della disinformazione che c’è in Italia dove molti giornalisti, invece di affrontare i veri problemi, usano come “dolcificante” il gossip».
Beatrice Bisegna, Ilaria D’Alessandro, Marinella Ippoliti, Fabrizio Calfapietra, Giada Giffi,
Giulia Ricci
©RIPRODUZIONE RISERVATA