L’Aquila, lavori a rilento in piazza Duomo: cittadino chiede i danni al Comune

L’ente deve consegnare al titolare di un’attività tutta la documentazione delle opere di rifacimento. Il Tar impone l’adempimento dopo che era stato negato l’accesso ad alcuni atti amministrativi
L’AQUILA. Il Comune deve consegnare al titolare di un’attività commerciale che si trova in piazza Duomo (Les Folies srl) tutta la documentazione sui lavori di rifacimento della piazza e della costruzione della “pensilina”. E questo perché c’è in ballo una richiesta di risarcimento per i possibili danni economici che il prolungarsi dei lavori e la realizzazione della pensilina potrebbero aver causato all’impresa, rappresentata in giudizio dall’avvocato Fausto Corti. Nel ricorso (accolto) di Les Folies si chiedeva “l’annullamento del provvedimento del giugno 2025 col quale Comune ha negato l’accesso ai seguenti atti: progetto dei lavori di rifacimento della piazza incluso quello relativa alla pensilina; contratto stipulato con l’impresa esecutrice; documenti del procedimento che ha portato alla risoluzione del contratto con l'impresa esecutrice; documentazione del procedimento relativo all’individuazione dell’impresa che completerà i lavori”. Tale richiesta era motivata dal fatto che “la ricorrente esercita attività commerciale (vendita di gelati artigianali) in un locale che ha sede nella centrale piazza Duomo. L’impresa riferisce che nel febbraio 2023 sono stati avviati i lavori di rifacimento della pavimentazione della piazza e la costruzione di una pensilina lunga circa trenta metri, posizionata di fronte al locale, a una distanza di circa 10 metri. I lavori sono stati interrotti alla fine del 2024 perché il Comune ha revocato l’appalto affidato alla ditta esecutrice. Con istanza del 15 maggio 2025 la ricorrente, riservandosi di promuovere azione di risarcimento dei danni subiti a causa dell’andamento non regolare dei lavori e del permanere del cantiere che avrebbe sottratto alla libera visuale e reso difficilmente accessibile il locale, ha chiesto l’accesso ai documenti relativi al progetto e ai lavori”. Il Comune ha detto no, ma secondo il Tar “il diniego è illegittimo sia perché non sono espresse le mancanze che in concreto potrebbero giustificare un giudizio di infondatezza della pretesa avanzata e sia perché la mera mancanza di elementi necessari per valutare l’istanza, non ne giustifica il rigetto, ma impone all’amministrazione di assegnare un termine al richiedente per integrarla. Inoltre proprio la produzione in udienza da parte del Comune di alcuni documenti che riguardano la gestione del cantiere antistante l’esercizio commerciale (il fatto è incontestato) dimostra che l’Ente ha ben chiaro il collegamento fra i documenti inerenti la progettazione e gestione delle opere di riqualificazione di piazza Duomo e l’interesse della società ricorrente ad agire per il risarcimento dei danni derivanti dall’andamento non regolare dei lavori. È infatti verosimile che dalla mancata conclusione dei lavori nei termini stabiliti e dalla permanenza del cantiere alla data del 25 marzo 2025 a brevissima distanza dall’esercizio commerciale della ricorrente potrebbero essere derivati effetti negativi sull’avviamento dell’attività commerciale”. Il Tar quindi “ordina al Comune di consegnare alla ricorrente entro 30 giorni copia dei documenti richiesti con l’istanza del 15 maggio 2025”.

