Lavori abusivi, Ferlaino in aula il 26 febbraio

Roccaraso, l’ex presidente del Napoli di Maradona accusato per aver realizzato una recinzione

ROCCARASO. L’accusa è di aver recintato un’ampia area contigua ad alcuni fabbricati in Roccaraso, trasformandola di fatto in zona privata. Ne deve rispondere l’ex presidente del Napoli di Maradona, Corrado Ferlaino, quale rappresentante dell’impresa che ha costruito le varie palazzine e che avrebbe realizzato la recinzione «in assenza della necessaria variante urbanistica e quindi eseguita senza titolo». Ferlaino, difeso nel processo dall’avvocato Vincenzo Colaiacovo, aveva già chiesto di essere sentito e in effetti, nel suo interrogatorio di un anno fa in Procura, aveva dimostrato di aver svolto il regolare iter della denuncia di inizio di attività, dopo il parere della soprintendenza per quanto riguardava gli aspetti paesaggistici. In aula, il consulente tecnico nominato dalla Procura, l’ingegnere Pasquale Di Iorio, ha detto che in effetti «il Comune aveva avvalorato la denuncia di inizio di attività ma a mio avviso non poteva farlo». Sta di fatto, ha sottolineato la difesa di Ferlaino, che fondatamente l’ingegnere si era affidato sulla cristallina procedura che, del resto, si segue per tutti i casi identici a quello esaminato dal giudice Gioeli e, quindi, mai avrebbe potuto ritenere di non rispettare la legge. All’udienza di ieri sono state sentite anche le richieste delle parti civili, e una di loro, Riccardo Pumpo, ha anche deposto, sottolineando che in considerazione della recinzione, l’appartamento che aveva comprato si era svalutato del 30 per cento. Risultano imputati anche Claudio D’Amico, in qualità di tecnico progettista e Andrea Oddis in qualità di esecutore materiale dell’opera. L’udienza è stata aggiornata al 26 febbraio per la soluzione di varie eccezioni proposte dalle difese e per la modifica del capo di imputazione (con l’aggiunta della violazione alle norme a tutela paesaggistica). (c.l.)

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