Le foto della catastrofe 96 anni dopo

Scattate da un ammiraglio degli Stati Uniti, eccole per la prima volta in Italia

La bambina ha una benda attorno alla testa e ai piedi scarpe troppo grandi per la sua età. Un sacerdote vaga tra le pietre di quella che era Avezzano. Morti e feriti sono sulle ante di portoni improvvisate barelle. In piazza Torlonia ci sono ricoveri di fortuna accanto agli alberelli. Il Monte Velino imbiancato, ieri come oggi, getta il suo sguardo sulla piana del Fucino. Eccolo lo scrigno della memoria, con dentro immagini che riemergono dal passato. Immagini in bianco e nero di 96 anni fa, dove dolore e sofferenza si mescolano a polvere, sangue e lacrime. Sono foto scattate poche ore dopo la catastrofe del 13 gennaio 1915 da un ammiraglio dell'aviazione degli Stati Uniti d'America, Lansing Callan, di passaggio nella Marsica. Sono trentaquattro immagini inedite per l'Italia, scovate da Ernesto Salvi, avezzanese che da oltre dieci anni risiede e lavora a Vancouver, in Canada. Le foto possono essere mostrate per la prima volta, grazie alla sua caparbietà e a quella di Paolo Lo Russo e Angelo Innocenzi, due amici che come Salvi tengono viva la memoria.

LA DONAZIONE. Le foto furono donate dai discendenti dell'ammiraglio Callan, nel maggio del 1976, all'Usgs (Us Geological Survey). Si tratta di un'agenzia scientifica del governo degli Stati Uniti che esegue ricerche sui fatti oggettivi relativi all'ambiente. Ernesto Salvi, figlio del compianto storico marsicano, Alvaro, le ha trovate il 12 maggio 2010, nel corso di un'approfondita ricerca sul terremoto del 13 gennaio 1915, in una delle gallerie fotografiche dell'Usgs. Insieme ai due amici di Avezzano ha così ricostruito la storia di quei 34 scatti. Le foto - con un'elevata risoluzione per l'epoca - furono realizzate presumibilmente lo stesso giorno del terremoto o non più tardi del 14. Nel gennaio del 1915, infatti, l'ammiraglio Callan fu richiesto dalle autorità italiane per controllare la definizione della loro prima scuola aeronautica militare di Taranto e durante il suo trasferimento (avvenuto con la propria autovettura insieme all'autista e a un aiutante come testimoniano tre foto) dal lago di Como alla Puglia si fermò nella Marsica, quasi certamente dopo avere saputo dello spaventoso terremoto che devastò Avezzano e causò oltre 30mila vittime. John Lansing Callan, nato nel 1886 nello Stato di New York e deceduto nel 1958, fu rappresentante della Curtiss aeroplane Co., in Italia e in Inghilterra, dal 1914 al 1916.

LA STORIA SUL WEB. Paolo Lo Russo, circa un anno fa, ha creato sul social network Facebook delle pagine dedicate alla raccolta e alla condivisione di foto antiche (e non) che hanno attinenza con il comprensorio marsicano. «In questo modo», spiega Lo Russo, «cerchiamo di raccontare la storia della Marsica, le nostre tradizioni e le nostre memorie. Raggruppiamo le foto in appositi album tematici e al momento ne sono presenti ventidue. Le pagine sono aperte a tutti e sono raggiungibili cercando su "La Marsica: la nostra storia, i nostri luoghi, come erano e cosa c'era prima". In occasione del 96esimo anniversario del terremoto di Avezzano realizzeremo un album speciale con le foto trovate da Ernesto Salvi. Foto mai viste prima in Italia che hanno suscitato una grande emozione in tutti noi. Stiamo cercando di metterci in conttato con i discendenti dell'ammiraglio Callan poiché è nostra intenzione produrre anche una pubblicazione contenente la biografia di questo importante personaggio, includendo le sue straordinarie foto, in occasione del centesimo anniversario del terremoto, che cadrà nel 2015».

COSA MOSTRANO. Gli scatti realizzati dall'ammiraglio sono accompagnati da una serie di didascalie. Mostrano immagini di via Roma, di piazza Torlonia, del castello Orsini Colonna. Mostrano le macerie, le vittime e i sopravvissuti. Ce n'è una che precisa: «Il bianco non è neve. È la polvere che circonda ogni cosa». Una delle immagini, presumibilmente scattata dal monte Salviano, offre una panoramica su Avezzano, che per gran parte si estendeva in una zona ben diversa rispetto all'attuale. Si nota anche un edificio quasi intatto, tra i vigneti, lì dove oggi c'è il centro cittadino.

LA CATASTROFE. Le foto di Callan danno le dimensioni della tragedia. Il terremoto di Avezzano fu uno dei più catastrofici in Italia, avvenuto ad appena sei anni da quello di Messina (28 dicembre 1908). Il 13 gennaio di 96 anni fa, poco prima delle 8 del mattino, la scossa di magnitudo 7 (ma dati ufficiali non esistono perché i sismografi andarono fuori scala) provocò oltre 30mila vittime. I morti ad Avezzano furono quasi 10mila. Morì anche il sindaco. Poco meno di 3mila i sopravvissuti. In città rimase in piedi una sola casa, nell'odierna via Garibaldi, abitata dalla famiglia Palazzi. Danni e vittime ci furono anche nel Lazio (3mila solo a Sora) e in Campania. La scossa fu avvertita pure a Roma. Ma nonostante questo l'intervento del governo fu tardivo. L'allarme fu lanciato dopo 12 ore e i primi, pochi soccorritori arrivarono solo il giorno dopo. Ci volle quasi una settimana per capire l'entità della catastrofe. Toccante la testimonianza di un sopravvissuto riportata sul Mattino di Napoli: «Guardai Avezzano e credetti di essere vittima di un orrendo sogno: il castello, gli stabilimenti dagli alti fumaioli, la chiesa dell'artistico e agile campanile, tutto era scomparso. Avezzano era scomparsa e al suo posto non si scorgevano che pochi muri». Una tragedia mai dimenticata. Che 96 anni dopo riemerge dal passato, con le foto dell'ammiraglio americano Jhon Lansing Callan.

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