Map scadenti, L'Aquila vuole il risarcimento danni

La giunta ha autorizzato la costituzione di parte civile contro gli imputati Le strutture di Cansatessa, San Vittorino e Collebrincioni furono evacuate

L’AQUILA. Il Comune chiede i danni agli imputati nel procedimento penale per la realizzazione di Map scadenti per il quale sono sotto accusa sette persone con udienza dal gup Marco Billi l’11 giugno.

Un’inchiesta che suscitò non poco clamore, visto che l’amministrazione comunale, sulla scorta di un atto del gip nel quale si assicurava la pericolosità delle strutture, fu costretta a trasferire altrove i residenti dei moduli abitativi provvisori in questione che erano localizzati in alcune frazioni: Cansatessa, San Vittorino e Collebrincioni, con comprensibili rimostranze di decine di famiglie costrette a traslochi tutt’altro che graditi.

Tra le contestazioni che il Comune muove in riferimento alla costituzione c’è soprattutto quella riguardante un falso. Si contesta, ma non è un’imputazione mossa a tutti, di avere predisposto una documentazione a supporto dell’ultimo Sal (stato di avaznamento lavori) in modo da permettere alla società mandataria di vedersi riconosciuto un ritardo nella consegna dei Map di soli tre giorni al posto dei venti effettivi evitando in tal modo alla medesima società di pagare consistenti penali. La costituzione di parte civile, oltre alla possibilità di partecipare all’udienza preliminare, è finalizzata, appunto, a chiedere i danni. Il Comune, dunque, su delibera di giunta immediatamente eseguibile, ha preso la decisione di entrare nel procedimento nei confronti dei seguenti accusati: Rocco Ragone, Luigi Giammarino, Maria Savini, Mauro Rinvenuto, Alvaro Tollis, Massimo Di Donato, Giancarlo Di Bartolomeo.

Il principale sospettato è l’ex maresciallo dell’Esercito Rocco Ragone, accusato di reati abbastanza pesanti compresa la corruzione.

Ragone, in qualità di sottufficiale dell’Esercito, era stato chiamato a far parte della task-force denominata Gran Sasso. Si trattava, in particolare, dell’aliquota militare creata per la verifica dell’esecuzione dei lavori di costruzione dei Map al fine di assicurare il rispetto delle ordinanze. Di fatto Ragone aveva ampia capacità di gestire quel servizio senza controlli pur avendo dei superiori gerarchici.

Tra le contestazioni quella di avere chiuso un occhio, o forse tutti e due, su un appalto che ha portato alla realizzazione di Map che avevano, per questo, una serie di difetti. Questo, ovviamente, con la complicità presunta di alcune ditte.

I Map, come detto più volte, sono stati realizzati con dei vizi talmente importanti che la magistratura li ha ritenuti inagibili. Sempre a proposito di Ragone, che fu mandato ai domiciliari e liberato dopo parecchie settimane, la Procura ritiene che abbia sfruttato la propria posizione per opere di somma urgenza. Ragone, assistito dall’avvocato Amedeo Ciuffetelli, ha sempre respinto le accuse.

CASO CIOTTI-BIS. Si è tenuta ieri, con l’audizione del denunciante, un’udienza riguardante un’inchiesta giudiziaria (scaturita dal filone investigativo principale che vede come principale indagato l’imprenditore Carlo Ciotti) per presunte irregolarità riguardanti un appalto per poche migliaia di euro. Gli indagati per falso in questo filone collaterale oltre a Ciotti, sono i tecnici Alfio Curtacci, Clemente Verrecchia, Carlo Ianni. L’udienza è slittata al 13 maggio per ascoltare qualche finanziere che fece le indagini. Gli accusati rigettano le contestazioni.

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