Mariotti: riscoprire i vecchi mestieri per battere la crisi

Il Comune di Sulmona punta sulla nuova area artigianale Saranno insediati un ufficio informazioni e le botteghe

SULMONA. Riscoprire i mestieri manuali e far rinascere le botteghe artigiane. È questa la ricetta anti-crisi di Claudio Mariotti, vice presidente provinciale della Confcommercio. Visti i livelli altissimi raggiunti dalla recessione, le associazioni di categoria suggeriscono la riscoperta dei vecchi mestieri, ormai in via di estinzione. «Credo che fare l’idraulico, l’imbianchino o il calzolaio sia una ottima opportunità per molti giovani del nostro territorio» – interviene Mariotti, «vista la perdurante crisi dei settori industriale e terziario, le occasioni di lavoro possono arrivare dai lavori manuali. Basti pensare che è sempre più difficile trovare professionisti al giorno d’oggi. La chiave della ripresa, quindi, sta nell’artigianato e nella piccola imprenditoria». Secondo Mariotti, quindi, andrebbe ripensato l’intero sistema economico locale. «Una volta assodato il collasso dei vecchi punti di riferimento dell’economia», continua Mariotti, «si deve riscrivere l’intero sistema produttivo del territorio. Al contrario, è inutile continuare a ostinarsi su settori che hanno dimostrato ora tutta la loro debolezza». La perdita degli oltre 10. 500 posti di lavoro persi, del resto, è la cartina al tornasole di un corto circuiti dei vecchi parametri economici. «Bisognerebbe riscoprire le scuole professionali», continua Mariotti, «negli ultimi anni, forse per il maggiore livello di istruzione e le ambizioni delle famiglie, la laurea è diventata un traguardo imprescindibile. Io, però, sono convinto che molti ragazzi sarebbero più portati a fare mestieri manuali, che possono fornire anche grosse soddisfazioni economiche. C’è forse, invece, poca volontà di fare certi lavori, diventati ormai quasi esclusivo appannaggio di stranieri. Senza nulla togliere a questi ultimi, però, la conseguenza è che i soldi guadagnati qui vengono spesi nei loro paesi di origine, creando un buco nell’economia locale». Effettivamente, anche l’amministrazione comunale punta da tempo su artigianato e vecchi mestieri, come testimoniano la nuova area artigianale inaugurata appena un mese fa e i locali di via Federico II, affidati ad un consorzio di produttori locali. La nuova zona Pip si trova nel quartiere di Santa Rufina, fra la stazione ferroviaria e la strada per Pratola. Si tratta di un’area di 8mila metri quadri, la metà dei quali edificabili, divisi in otto lotti di circa mille metri quadri l’uno, già infrastrutturati (con reti fognarie, acque bianche e nere, cavi telefonici e per internet e per luce e gas) e con strade asfaltate di collegamento. I lavori sono costati 750mila euro. Sono già 43 le richieste arrivate, che dovranno essere selezionate a breve con apposito bando, in cui saranno previste anche associazioni di più artigiani o produttori. Il costo di ogni singolo lotto si dovrebbe aggirare sui 50mila euro. Ma le botteghe artigiane torneranno anche in centro storico grazie ad un consorzio di 15 produttori della Valle Peligna e dell’Alto Sangro che si è aggiudicato l’affitto dell’immobile ristrutturato tempo fa in via Federico II, a due passi da piazza Garibaldi. Il costituendo gruppo di imprenditori è stato l’unico a presentare il mese scorso un’offerta in busta chiusa al Comune di 810 euro mensili su una base d’asta di 800. La struttura ospiterà l’esposizione e la vendita di prodotti enogastronomici e artigianali tipici, fra cui pane, olio, miele, vino aglio e ceramiche, tomboli, merletti e gioielli. Aprono anche un ufficio di informazioni turistiche e un internet point.

Federica Pantano

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