La stretta di mano del presidente Mattarella con il sindaco Biondi

LA VISITA DEL PRESIDENTE

Mattarella all'Aquila: rinnovare e rafforzare le Province / VIDEO

Il Capo dello Stato ospite dell'Assemblea nazionale dell'Upi sul futuro delle istituzioni provinciali

L'AQUILA. Sergio Mattarella è arrivato all'Aquila per assistere all'Assemblea nazionale delle Province d'Italia. Il Capo dello Stato è sceso dalla macchina presidenziale a Piazza del Teatro applaudito da un centinaio di persone assiepate dietro le transenne: ha salutato con la mano la gente e poi si è diretto verso l'entrata, accolto dal vicepresidente della giunta regionale Emanuele Imprudente, dal sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi e dal presidente della Provincia dell'Aquila Angelo Caruso, vicepresidente dell'Upi (Unione delle Province italiane).

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L'arrivo di Mattarella all'Aquila
Il Capo dello Stato accolto dal sindaco Biondi e dal presidente della Provincia Caruso e dal vicepresidente della giunta regionale Imprudente (video Raniero Pizzi)

IL DISCORSO DI MATTARELLA

"Questa Assemblea è orientata a rinnovare e rafforzare l'istituzione provinciale per rispondere, con maggiore efficacia, alle esigenze reali dei cittadini", ha detto il presidente nel suo intervento, "e per consentire alle nostre comunità di affrontare meglio le sfide di questo tempo. Con la Costituzione repubblicana, le Province sono diventate la mappa di un Paese articolato, che rispetta la varietà dei territori e avverte come un valore l'articolazione istituzionale. Questo approdo è dovuto alla solidità del radicamento delle province nella vita d''Italia e alla determinazione con cui questo ruolo è stato difeso nel tempo".

"Avete posto al centro di questa vostra assemblea", ha continuato il Capo dello Stato, "la prospettiva di "nuova Provincia", con identità e competenze più chiare, con un ruolo propulsivo su alcuni temi e, ovviamente, con le risorse conseguenti e con autorevolezza democratica, per poterli esercitare al meglio. Ora questa proposta è offerta al confronto avviato in Senato, sulla base di disegni di legge presentati da diversi gruppi e di un testo unificato adesso all'esame della commissione Affari costituzionali. La composizione politica plurale, e la responsabilità comune, dell'Unione delle Province d'Italia può fornire al Parlamento elementi preziosi di esperienza e di conoscenza".

"Le norme attualmente in vigore, che disegnano strutture e ambiti delle Province", ha detto ancora, "sono legate a una transizione interrotta e anche per questo, indipendentemente dai giudizi sul merito del percorso allora ipotizzato, giudizi che io non posso esprimere, creano vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, di competenze incerte, di lacune nelle funzioni di indirizzo e coordinamento. La Costituzione richiede di essere attuata".

Quanto ai fondi del Pnrr è "un'occasione storica per l'Italia, e lo è anche per l'Europa. La sua piena riuscita è un interesse comune, che merita tutto l'impegno e la solidarietà di cui la nostra società è capace. Ma il Pnrr", sottolinea il presidente, "è un banco di prova pure per le Province, chiamate a essere importanti soggetti attuatori di molti progetti. L'Upi ha segnalato criticità nei processi di pagamento e alcune serie problematiche tecniche relative alle piattaforme di rendicontazione".

Alle 17,50 il presidente lascia l'Assemblea. Questo il suo saluto: "Auguro alle Province italiane di servire con onore e successo le loro comunità. E' tempo di ripresa dopo la transizione che le ha riguardate. E' tempo di
ripartire al più presto".

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Strette di mano e breve saluto alla folla: Mattarella lascia L'Aquila
Alle 17.50 il presidente della Repubblica è risalito in auto (video Raniero Pizzi)

LE REAZIONI

"La presenza del presidente della Repubblica sottolinea conferma l'importanza delle Province e soprattutto un momento che vede il Parlamento italiano impegnato nel processo di riforma", dice il sindaco di Castel di Sangro e presidente della provincia dell'Aquila Angelo Caruso. Per quanto riguarda i fondi del Pnrr Caruso ha poi continuato: "Abbiamo avuto buone disponibilità dal Pnrr, ma abbiamo le difficoltà di attuazione come avviene del resto in tante altre amministrazioni pubbliche stiamo facendo tutti gli sforzi possibili, per rafforzare l'apparato in quanto le tempistiche vanno rispettate rigorosamente. E rappresenta un'occasione unica per il nostro paese e i nostri territori. Anche qui in Abruzzo le opere progettate e messe in cantiere sono di straordinaria importanza per il rilancio del territorio".

"Per noi è un momento molto importante, siamo in attesa di parole chiare da parte del governo sul processo di riforma, stiamo attuando una parte significativa del Pnrr",  aggiunge Michele De Pascale, presidente della Provincia di Ravenna, nuovo presidente dell'Unione delle Province d'Italia. "Un fatto storico la presenza oggi del presidente della Repubblica, il regalo più bello che potessimo ricevere. Al governo chiediamo di proseguire con il corretto rapporto istituzionale per l'attuazione del Pnrr. Chiediamo le risorse che ci spettano per colmare lo squilibrio, circa 800 milioni di euro di sottofinanziamento, si spera in tempi celeri. Chiediamo di concludere il processo di riforma, siamo normati da una legge di 10 anni fa, approvata in attesa di referendum costituzionale, non possiamo essere normati ancora da una legge transitoria". Sui costi della riforma e la reintroduzione delle giunte provinciali retribuite: "sarà un costo contenuto, tra 50 e 80 milioni di euro per tutte le province italiane, necessari per ridare ruolo e prestigio e piena operatività all'ente provinciale, il presidente è del resto già retribuito". Per quanto riguarda la restituzione delle deleghe: "Non serviranno molte assunzioni di personale, nel riavere indietro dalle Regioni le deleghe trasferite con la Delrio, con in larga parte le rispettive strutture e personale. Noi però chiediamo anche di potenziare i nostri uffici che si occupano di progettazione e che svolgono il ruolo di stazione unica appaltante perché oggi ci sono tante risorse del Pnrr che sono ferme, e le province potrebbero avere un ruolo prezioso e decisivo".