Mensa al via, ma la protesta non si spegne
Alla Serafini c’è chi va a casa per il pranzo: spazi inadeguati per accogliere anche chi mangia il panino
SULMONA. “Prova generale” per il servizio di mensa scolastica, partito nella giornata di ieri per circa 900 alunni delle scuole sulmonesi. Un avvio che non ha fatto registrare particolari problematiche anche se non sono mancate le proteste. Nella scuola media Serafini alcuni genitori a fine mattinata hanno portato i figli a casa per il pranzo. Non ci sono spazi idonei, nell’aula mensa, per il rispetto del distanziamento necessario per evitare la contaminazione del cibo. Il regolamento interno dell’istituto prevede infatti che, nello stesso locale, devono consumare il pasto sia gli alunni che aderiscono al servizio mensa sia quelli che portano il panino o il pranzo da casa. Ma nella scuola Serafini le verifiche per il distanziamento partiranno solo oggi. Per questo è scattata la protesta delle famiglie. «Non si può accettare tale ritardo. Il servizio doveva partire il 2 ottobre e c’era tutto il tempo per fare le dovute valutazioni», osservano i genitori. Getta acqua sul fuoco la preside Alessandra Di Mascio. «È necessario verificare le condizioni di funzionamento e l’affollamento dello spazio per mettere in atto tutte le misure di sicurezza. Siamo nella condizioni di voler incontrare il favore dei genitori ma garantendo la sicurezza dei bambini», afferma la dirigente scolastica. A gestire il servizio mensa, fino al 20 dicembre, è la ditta Ep-Coselp. L’appalto da tre milioni di euro, la scorsa estate, era stato vinto dalla Rica di Somma Vesuviana. Ma la ditta è stata estromessa nelle scorse settimane per le difficoltà legate al reperimento di un centro di cottura. (a.d.a.)
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