Minaccia di morte la ex, scatta l’arresto a Carsoli

L’uomo era già stato fermato due volte per lo stesso reato. A febbraio aveva violato anche il divieto di avvicinamento

CARSOLI. «Tanto prima o poi mi ricapiterai sotto. Tanto prima o poi ti ammazzo». Non si è fermato nemmeno con la misura cautelare degli arresti domiciliari e ha continuato a tormentare la ex moglie con sms intimidatori e offensivi. In alcuni casi anche contenenti minacce di morte.

E per questo ieri pomeriggio è finito in carcere S.T., 45enne di Carsoli.

Il reato continua a essere quello di maltrattamenti in famiglia. Non è la prima volta che il 45enne finisce nei guai per aver trattato male la moglie, poi diventata ex. Fino a quando vivevano insieme, i maltrattamenti avvenivano anche davanti alla figlia minorenne. A metà febbraio l’uomo era stato arrestato su richiesta dei carabinieri della stazione di Carsoli. Titolare del procedimento penale nei suoi confronti è il pm Guido Cocco. La misura cautelare il mese scorso fu firmata dal gip Francesca Proietti. Per il 45enne, dopo le indagini del maresciallo Giuseppe Petracca, fu richiesto l’aggravamento della misura, in quanto, mesi prima, era già stato raggiunto dal divieto di avvicinamento alla donna (200 metri) e lo aveva violato. Non è andata diversamente questa volta. L’uomo, infatti, non avrebbe nemmeno potuto comunicare con l’ex compagna ma nonostante questo e nonostante fosse ai domiciliari, ha continuato a inviarle sms e a tempestarla di telefonate anonime. E così, per l’ennesima volta, la donna, spaventata dalle continue minacce di morte, si è rivolta ai carabinieri, spaventata dal fatto che l’ex poteva uscire tutte le mattine per lavorare. Ha presentato una denuncia e da qui il nuovo arresto. A scatenare gli atteggiamenti violenti del carsolano ci sarebbe una “pazza” gelosia nei confronti della sua ex. Negli anni scorsi, come raccontato dalla donna, di origine straniera, alle forze dell’ordine, sono stati numerosi gli episodi di botte, insulti e danneggiamenti all’auto. Spesso sotto gli occhi anche della figlia. Il 45enne è la stessa persona finita sotto processo, sempre per maltrattamenti in famiglia, per un grave episodio accaduto a dicembre del 2014. In quell’occasione, rientrato a casa ubriaco, minacciò l’allora moglie (la stessa donna che continua anche oggi a denunciarlo) brandendo un machete. «Ti faccio a pezzi» è solo una delle frasi con cui il carsolano si rivolse alla moglie, che per fortuna, mentre il marito “delirava” , riuscì a nascondersi e a chiamare i carabinieri. All’irruzione in casa dei militari del maresciallo capo Umberto Cicone, l’uomo aveva ancora tra le mani il machete e continuava a urlarle contro, «Se mi denunci ti ammazzo». S.T. è difeso dall’avvocato Alessandro Marcangeli .

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