Moglie assunta in Comune Prosciolto l’ex sindaco 

Ovindoli, dopo cinque anni reato prescritto per Pino Angelosante e altri 4 imputati Nel 2012 furono accusati di aver modificato la delibera per favorire la donna

OVINDOLI. Era finito a processo per aver assunto la moglie come vigilessa nel Comune dove era sindaco. Reato prescritto dopo cinque anni per l’ex primo cittadino di Ovindoli, Pino Agelosante, prosciolto dall’accusa di abuso d’ufficio in concorso con gli ex assessori comunali Marco Iacutone, Carlo Bianchini, Berardino Polla e l’allora segretario comunale Cesidio Falcone. Con una sentenza emessa dal tribunale di Avezzano, in composizione collegiale, si dichiara «il non doversi procedere nei loro confronti perché il reato è estinto per intervenuta prescrizione».
La vicenda aveva destato molto clamore.
L’assunzione della moglie dell’ex sindaco di Ovindoli, Vanessa Angelosante, era avvenuta il 21 dicembre 2012. Secondo le accuse, per avvantaggiare la coniuge Pino Angelosante avrebbe modificato una delibera insieme agli assessori Bianchini e Polla, disponendo l’assunzione di un agente di polizia municipale categoria C anche se il posto da ricoprire in origine era quello del comandante di polizia municipale categoria D andato in pensione l’anno prima. In quella stessa data il segretario Falcone aveva richiesto al Comune di Cappadocia il nulla osta per lo scorrimento della graduatoria per l’assunzione di un vigile dove al primo posto c’era proprio la moglie dell’ex primo cittadino. Al vicesindaco Iacutone veniva, invece, contestato di aver sottoscritto la convenzione per l’utilizzo della graduatoria di pubblico concorso vigili urbani con il Comune di Cappadocia.
Il Comune di Ovindoli, che si era costituito parte civile nel processo, è stato rappresentato dall’avvocato Luca Sanità, mentre il collegio difensivo degli imputati era costituito da Antonio Milo, Stefano Guanciale, Leonardo Rosa e Valeria Parisse.
©RIPRODUZIONE RISERVATA