Morte dell’orsa Amarena, si apre il processo: Leombruni davanti al giudice

Prima udienza per l’uccisione del plantigrado, avvenuta nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre 2023 a San Benedetto dei Marsi
AVEZZANO. Si apre oggi, al tribunale di Avezzano, l’udienza del processo contro Andrea Leombruni, l’uomo accusato della morte dell’orsa Amarena, uccisa da un colpo di fucile nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre 2023 a San Benedetto dei Marsi. Il procedimento, inizialmente fissato per il 23 dicembre 2024, era stato rinviato a causa di un vizio procedurale rilevato durante la prima comparizione davanti al giudice per l’udienza preliminare. Leombruni è imputato per uccisione di animale, con l’aggravante della crudeltà. L’orsa Amarena, divenuta simbolo del Parco nazionale d’Abruzzo, era nota per aver dato alla luce quattro cuccioli gemelli, evento raro e straordinario nella popolazione dell’orso bruno marsicano.
Sul piano giudiziario, la Procura dovrà ora affrontare un delicato compito: dimostrare la sussistenza del dolo e la configurazione del reato contestato in un contesto dove la sensibilità pubblica, l’attenzione mediatica e le ricadute ambientali s’intrecciano con la tecnica giuridica. La difesa dell’imputato potrebbe puntare su una diversa lettura dei fatti, che saranno al centro del confronto processuale. Tra i soggetti ammessi come parte civile figura l’associazione Appennino Ecosistema, che si propone come tutore degli interessi dell’ecosistema appenninico. Nel proprio comunicato l’associazione ha annunciato l’intenzione di chiedere al pubblico ministero di considerare, oltre all’articolo 544-bis del Codice penale (uccisione di animali), anche i reati di uccisione di specie protette (art. 727-bis) e di inquinamento ambientale (art. 452-bis o 452-quater).
Secondo quanto dichiarato dal presidente Bruno Petriccione, l’uccisione dell’orsa rappresenta una «gravissima minaccia alla sopravvivenza dell’orso bruno marsicano», specie a rischio estinzione. L’associazione sarà presente alla manifestazione promossa dagli Animalisti Italiani, alle ore 12 davanti al Tribunale di Avezzano, con la partecipazione di numerosi altri gruppi ambientalisti. Il caso Amarena ha sollevato forti reazioni nell’opinione pubblica e tra le istituzioni, alimentando il dibattito sull’efficacia delle tutele penali in materia ambientale e sulla necessità di un approccio più rigoroso verso i reati che colpiscono la fauna protetta. La vicenda giudiziaria entra nel vivo, chiamando la giustizia a una prova complessa che riguarda anche il futuro di un patrimonio naturale prezioso e vulnerabile.
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