Morte sul lavoro, nessun colpevole

Tre assoluzioni per il decesso di un operaio Sacci schiacciato da un crollo durante una demolizione

L’AQUILA. Scampò al terremoto ma morì in un incidente sul lavoro finendo sotto un muro crollato. Ma, secondo il giudice unico Giuseppe Nicola Grieco, la morte del 43enne operaio aquilano Tullio Di Giacomo, residente a Colli di Barete, è stata una fatalità. Infatti si è concluso il processo a carico di tre persone accusate di omicidio colposo e sono state tutte e tre assolte con formula piena. Si tratta dell’ingegnere di Avezzano Giuseppe Mancinelli e dei tecnici aquilani Luca Olivieri e Piero Mansueti, il primo assistito dall’avvocato Antonio Milo e gli altri dai legaliAntonello Carbonara e Roberto Tinari, mentre il pm onorario Andrea Marin aveva chiesto nove mesi di reclusione per gli imputati. Il fatto si verificò nei pressi della cava del cementificio Sacci di Cagnano Amiterno. Di Giacomo, dipendente del cementificio, si trovava nei pressi di una casetta abbandonata in muratura che doveva essere abbattuta. Si trattava di un lavoro non propriamente urgente come sostennero sia gli operai che gli stessi dirigenti dell’azienda al fine di consentire l’allargamento di una strada e la bonifica della zona che era stata da poco acquisita. L’uomo morì mentre era intento a raccogliere dei ferri a terra a causa di un improvviso crollo di un muro dell’edificio nella fase di demolizione che egli stesso stava portando a termine. Questo avvenne dopo che era stato spento il motore della ruspa. Qualcuno gli gridò «Attento» ma l’avvertimento fu inutile visto che Di Giacomo non riuscì a mettersi in salvo. Era il 25 aprile 2009.

FURTI. Hanno ammesso alcuni furti e negato altri episodi i due romeni accusati di 18 colpi in bar, negozi e farmacie. Si tratta di Eusebiu Raducan e Adrian Costantin Ciocan assititi dai legali Totani e Valentini.(g.g.)

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