Morti nello schianto a Rivisondoli, ora si indaga sulle truffe

28 Luglio 2025

Le vittime sono due 40enni del Napoletano: nella loro auto sono stati trovati contanti e gioielli, sequestrati i cellulari. Si va verso una super perizia per chiarire la dinamica dell’impatto frontale

RIVISONDOLI. Si allarga l'inchiesta sull'incidente mortale avvenuto nel pomeriggio di sabato sulla strada statale 17, all'altezza di Rivisondoli. Dopo aver identificato anche l'altra vittima, Dario Liccardo, 40enne di Marano, che guidava la Panda con a bordo Maurizio Corrado, 42enne anche lui di Marano, i carabinieri della compagnia di Castel di Sangro stanno indagando sulle ultime truffe e furti denunciati nel circondario. Nell'auto dove viaggiavano le vittime i militari, comandati dal capitano della Compagnia, Giuseppe Testa, hanno trovato 1500 euro in contanti e diversi monili in oro, sicuramente oggetto di furto, visti i precedenti specifici in capo a Corrado che in passato era stato denunciato.

I carabinieri, su disposizione della Procura di Sulmona, stanno cercando di capire se i due si stavano muovendo per mettere a segno truffe agli anziani o se invece erano dei semplici ladri che approfittavano della stagione estiva per colpire nelle abitazioni. Per questo i militari hanno sequestrato i telefoni cellulari al fine di scandagliare le varie conversazioni e cercare elementi utili per le indagini. I militari stanno inoltre diffondendo le foto della refurtiva per permettere alle vittime di riconoscerla e quindi di venirne a capo. Il tratto di strada in cui è avvenuto l’incidente è stato teatro, nei mesi scorsi, di numerose operazioni dei carabinieri che hanno portato all’arresto dei malviventi di origine napoletana. Proprio la statale 17 sarebbe il percorso consueto seguito per tornare in Campania dopo reati commessi in Abruzzo e nelle Marche.

LA DINAMICA - Intanto il sostituto procuratore della repubblica di Sulmona, Edoardo Mariotti, ha proceduto alla formale iscrizione nel registro degli indagati del conducente del bus, un 58enne di Pordenone, al quale viene contestato l'omicidio stradale. Si tratta di un atto dovuto per esperire tutti gli accertamenti irripetibili, autopsia compresa. Il pm nel pomeriggio di sabato aveva effettuato un sopralluogo sul posto. Alla base del sinistro, secondo la ricostruzione degli inquirenti, potrebbe esserci l'alta velocità o una manovra sbagliata a causa dell'asfalto reso viscido dalla pioggia. La Panda avrebbe invaso infatti l'altra corsia di marcia, finendo contro un bus.

Entrambi i mezzi sono stati sottoposti a sequestro e saranno analizzati nei prossimi giorni da un esperto per accertare eventuali anomalie. È intenzione infatti della Procura disporre una super perizia per ricostruire la dinamica ed esaminare le velocità percorse dai mezzi, lo stato degli stessi e le condizioni del manto stradale. Stanno bene intanto i cinque turisti rimasti lievemente feriti. La comitiva di Varese era arrivata in Centro Abruzzo per un viaggio a bordo del treno storico e ha pernottato nell'hotel Le Ginestre di Roccacasale. Il gruppo è ripartito ieri, dopo pranzo.

I PRECEDENTI - Non è la prima volta che la statale 17 diventa teatro di incidenti gravi. Andando a ritroso, nel tratto di Rivisondoli non ci sono precedenti ma basta fare qualche chilometro per ripescare il sinistro mortale del pulmino rugby, avvenuto il 18 gennaio 2014, a Rocca Pia. In quella circostanza morirono Marco Liberatore di 20 anni e Salvatore Di Padova di 14 anni, entrambi di Sulmona. Un altro frontale, sempre con due vittime, era avvenuto il 7 dicembre 2019, al chilometro 107 lungo la strada statale 17 all’altezza di Pettorano. A perdere la vita erano stati due uomini di Pescocostanzo: Francesco e Antonio Sciullo, padre e figlio, schiacciati all’interno della Punto su cui viaggiavano. Sempre a Pettorano, il 4 febbraio 2024, l’ex vigile Vincenzo D’Amico aveva perso la vita a bordo di un’Ape che si era scontrata con un’auto.

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