Morto l’imprenditore del vino Bove storica figura dell’Avezzano calcio 

Fu presidente e dirigente della squadra biancoverde, con lui anche la gloriosa promozione in serie C Tanti ricordi: «Un generoso, aveva grande passione per questi colori». Funerali oggi a San Rocco

AVEZZANO. Se ne va un altro pezzo di storia dell’Avezzano calcio. Ieri mattina, all’età di 75 anni, è scomparso Marcello Bove, nota figura di imprenditore nel settore vinicolo nell’azienda di famiglia, rilevata in seguito totalmente dal fratello Eleuterio.
Ma il nome di Marcello Bove è legato in particolare al calcio locale, perché fu lui, insieme ad altri dirigenti, a portare l’Avezzano dall’allora Interregionale alla serie C, in una delle pagine più belle del calcio biancoverde. Erano gli anni a cavallo fra il 1980 e il 1990, un periodo che già lasciava intravedere le difficoltà economiche tra le quali si dibattevano tante squadre dal passato glorioso.
C’era il rischio del fallimento anche in casa biancoverde ed è stato solo grazie ai sacrifici e allo spirito di abnegazione di personaggi come Marcello Bove se in quel periodo il gioco del calcio ha regalato ai marsicani tante soddisfazioni.
Il ricordo di Aureliano Giffi, dirigente di un’epoca che i sessantenni di oggi ricordano con nostalgia: «I costi per mantenere in vita una squadra di quarta serie, si facevano sempre più esorbitanti, e se non si provvedeva ad allargare la base dirigenziale, non c’era possibilità di andare avanti. Era il 1987 quando io e un consistente gruppo di amici rilevammo la società che altrimenti sarebbe fallita. Di quella cordata facevano parte anche Bruno Angelosante, Franco Del Beato, Antonio Bellisario, Roberto Donatelli, Franco D’Alessandro, Carlo Rossi, Carmine Cappelletti, Alberto e Paolo Capassi, Evangelista Carosi, Rocco Lombardi e ovviamente Marcello Bove che per carattere era quello in grado di far coesistere tante teste e tanti modi di pensare. Marcello era un generoso e amava circondarsi del calore della gente, dalla quale però non sempre veniva ripagato con la stessa moneta».
Sulla medesima lunghezza d’onda il ricordo di Paolo Capassi: «Di Marcello non posso dimenticare l’affabilità, la cordialità, ma soprattutto la disponibilità a dialogare con tutti. Era particolarmente benvoluto dai tifosi che ogni domenica, sugli spalti, intonavano per lui il simpatico coretto: Marcello dacci il vino. E non posso scordare l’entusiasmo che metteva in ogni cosa che faceva per i colori biancoverdi».
Con Marcello Bove, Bruno Angelosante ha condiviso per due anni la presidenza, lavorando alla scrivania per far quadrare quei conti che spesso non tornavano: «Siamo stati insieme al vertice societario dal 1988 al 1990 e lui era la classica persona dal cuore d’oro, uno che anche se non ne aveva la possibilità non diceva mai di no a nessuno, al punto tale che molti giocatori se ne approfittavano. E quando si trattava di parlare di ingaggi e stipendi, toccava a me dover tirare i freni, perché se fosse dipeso da lui, avrebbe elargito compensi milionari anche alle riserve».
Conclusa la parentesi presidenziale, Marcello Bove restò nella dirigenza anche quando al vertice salì la figura di Mauro Gentile, giovanissimo (21 anni) ma già abbastanza scaltro da non allargare i cordoni della borsa oltre ciò che permettevano le finanze dell’epoca: «E guai se non lo avessi fatto, perché se avessi dato retta a Marcello saremmo durati pochissimo. Lui era un animo generoso e devo dire che più di una persona approfittava talvolta di questa sua generosità, carpendo quella fiducia e quella passione che lui metteva in ogni cosa che riguardasse la nostra squadra di calcio. Quando si rendeva conto di essere stato raggirato se ne doleva profondamente, ma nell’occasione successiva ci cascava di nuovo», aggiunge l’ex patron biancoverde, «perché l’amore e la passione per quella squadra, superava di gran lunga la razionalità che un dirigente dovrebbe mettere nella gestione di certi affari».
Anche Flaviano Fiasca, tifosissimo e appassionato di storia biancoverde (sua la recente mostra sul Centenario), lo ricorda con affetto: «Marcello era un imprenditore di spessore, un presidente che tanto ha dato ai colori biancoverdi. Riprese l’Avezzano dalle ceneri. Con lui sono stati anni bellissimi, culminati con lo spareggio di Colle Val d’Elsa quando salimmo in C2. Lo piangiamo con tanto affetto».
Con Marcello Bove se ne va un pezzo di storia locale, perché insieme alla passione sportiva, per anni è stato co-titolare della omonima vinicola insieme al fratello Eleuterio.
Lascia la moglie Cristina e le figlie Emanuela e Federica. La salma resterà esposta nella casa funeraria Rossi di via Nuova, questa mattina dalle 9 alle ore 10.30.
I funerali sono stati fissati per le 11 nella chiesa di San Rocco.
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