MONTEREALE

Nasconde per mesi il cadavere della madre in casa 

Figlio indagato per occultamento del corpo. L’ipotesi: l’ha fatto per la pensione. L’uomo ricoverato in ospedale. Sequestrata l’abitazione. Blitz dopo le denunce

MONTEREALE. L’orrore abita dietro all’ultima curva. Sulla casetta in collina. Villa Valentina. Al numero 18 di via Roma. Niente nomi sul campanello. Bianco pure il cartoncino sulla cassetta delle lettere. Chi apre quella porta si trova davanti l’indicibile. E deve mettersi le mani davanti alla bocca. Mafalda è riversa, priva di vita. Chissà da quanto tempo. Addosso solo una coperta. E un lenzuolo. Il figlio Angelo è lì accanto. In stato confusionale. Ingerisce farmaci. Lo porteranno via in ambulanza. Scortata dai carabinieri. Busci, poche case nel verde dei boschi di Montereale, piomba in un film dell’orrore. «Mummificata», in quello che il gergo medico-investigativo chiama «stato avanzato di decomposizione». Secondo il medico legale è morta da almeno due mesi.
IL BLITZ. Così i carabinieri trovano il corpo senza vita di Mafalda Di Cesare, 92 anni, quando fanno irruzione nella villetta col muro di cinta e i leoni di pietra a guardia del grosso cancello. Si muovono sulla scorta della segnalazione delle figlie. Che denunciano: «Nostro fratello Angelo non ci fa vedere mamma».
IL SOSPETTATO. Angelo Forti, di 64 anni, sposato e padre di una figlia, vive da anni in simbiosi con l’anziana madre. La salma viene trovata in una stanzetta nei pressi della cucina. Inizialmente, nella zona, si sparge la voce che sia stata messa all’interno di un congelatore. Ipotesi, questa, smentita dagli stessi investigatori. L’uomo accusa un malore e finisce all’ospedale. La casa viene sequestrata. Nel luogo del macabro ritrovamento arriva il pm David Mancini con i carabinieri coordinati dal maggiore Cosimo Petese. L’uomo viene indagato a piede libero per occultamento di cadavere. L’ipotesi che possa averla uccisa lui non sembra al momento credibile. Solo l’autopsia, che domani eseguirà l’anatomopatologo Giuseppe Calvisi, potrebbe accertare se il decesso sia stato causato da cause esterne e soprattutto, la data più o meno approssimativa della morte.
IL MOVENTE: LA PENSIONE. Nelle prossime ore potrebbe esser contestata all’indagato anche la truffa aggravata. Infatti, nel corso dell’interrogatorio effettuato poco dopo il ritrovamento, avrebbe ammesso che la morte sarebbe avvenuta mesi fa per cause naturali.
E potrebbe averla tenuta nascosta al fine di riscuoterne la pensione. Un fatto sul quale, a stretto giro, saranno effettuati riscontri specifici anche attraverso indagini bancarie.
LEGAME PROFONDO. Chi conosce la famiglia di Angelo racconta che la moglie e la figlia vivono a Napoli, mentre lui da anni abita con l’anziana madre nella casa realizzata dal padre, scomparso anni fa. Un’abitazione in una zona isolata rispetto al nucleo storico di Busci. Negli ultimi tempi le voci in paese erano sempre più insistenti.
CHE ACCADE IN QUELLA CASA?
I vicini, che saranno ascoltati dagli investigatori, non sapevano nulla della vita dell’anziana compaesana. Che aveva dedicato tutta la vita alla famiglia. E alla casa. E che «stravedeva per il figlio», come raccontano in forma anonima a Busci. Nessuno poteva immaginare che sarebbe finita così. Eppure, l’ultima pagina del giallo di Busci dev’essere ancora scritta. Quello che nessuno è riuscito a spiegare in tutti questi anni lo faranno le indagini. Su un corpo mummificato e su un figlio ora rimasto senza mamma. E senza casa.
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