La replica della preside di Medicina: tutto regolare, non si getti fango sull’università

Niente firma, laurea rinviata

Studentessa diffida l’Ateneo e contesta un verbale d’esame

L’AQUILA. Era tutto pronto, aveva comprato i confetti e invitato parenti e amici per festeggiare la specializzazione in Medicina lo scorso 26 novembre. Ma mancava una firma sul verbale dell’ultimo esame e non ha potuto discutere la tesi. È la controversa storia di una studentessa romana.
La vicenda è stata denunciata dalla studentessa coinvolta e subito ridimensionata dai vertici della facoltà.

«Le abbiamo solo chiesto di approfondire la tesi prima di discuterla, anzi abbiamo anche voluto aiutarla», spiega la preside della facoltà di Medicina, Maria Grazia Cifone. Un tono conciliante, piuttosto lontano da quello utilizzato dalla specializzanda che minaccia di ricorrere alle vie legali. La giovane dottoressa racconta di come si sarebbe dovuta specializzare a fine novembre. Aveva infatti già terminato gli esami e consegnato la tesi al relatore.
Insomma, tutto sembrava pronto per il conseguimento del titolo. Tanto che la ragazza aveva chiamato a raccolta parenti e amici per festeggiare il giorno della discussione della tesi. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto.

La specializzanda, infatti, dice di aver scoperto solo pochi giorni prima di quella data che il verbale dell’ultimo esame sostenuto non le sarebbe stato fatto firmare: una dimenticanza che le sarebbe costata lo slittamento della discussione finale.
A niente sarebbero valse neanche le richieste di chiarimento all’insegnante con la quale aveva sostenuto l’ultimo esame e che, secondo la ragazza le avrebbe impedito di apporre la firma «ex post», dicendole anche che sarebbe stato opportuno che frequentasse ulteriori ore di lezione.

La giovane dottoressa avrebbe provato a questo punto anche a lamentarsi con la preside di facoltà e con il rettore. Ma niente: l’unica soluzione sarebbe stata rinviare il giorno di discussione della tesi.
Una soluzione che non è piaciuta alla specializzanda che ha deciso perciò di diffidare l’Università attraverso i suoi avvocati. Alla lettera sarebbe seguita una risposta che la studentessa definisce «beffarda»: le sarebbe stato chiesto di consegnare la tesi alla segreteria e al relatore il 2 febbraio, mentre sarebbe scomparso il particolare della mancata firma.

Una versione assolutamente non corretta della vicenda secondo i rappresentanti della facoltà.
«Non capisco perché tanto rumore», ha commentato la preside, «le è stato chiesto di approfondire alcuni argomenti. Sono cose che capitano, non è nulla di eccezionale».
Dello stesso parere anche la docente con cui la ragazza ha sostenuto l’esame finale di specializzazione.

«Le ho chiesto personalmente di frequentare altri laboratori per approfondire alcuni aspetti della materia», ha detto la docente, che preferisce mantenere l’anonimato, «e la questione della firma è andata diversamente. È stata lei a perder tempo prima di sottoscrivere il verbale con lettere e raccomandate che mi ha inviato anche settimanalmente per avere spiegazioni sull’esame. Quando finalmente ha firmato il verbale era ormai fuori tempo massimo per discutere la tesi a novembre, la data quindi è slittata naturalmente».

«Non è possibile sostenere perciò», aggiunge, «che il verbale non sia stato firmato. Tanto è vero che è attualmente depositato alla segreteria della scuola di specializzazione. Inoltre, la versione della tesi consegnata al relatore non era definitiva e non era stata ancora approvata. Non capisco perché si voglia gettare fango in tal modo sull’Università senza motivo».