Oltre un milione per l’archeologia

Celano, il sindaco Piccone destinerà al settore 280mila euro l’anno derivanti dai proventi dell’impianto fotovoltaico

CELANO. Che l’Abruzzo interno disponga di un patrimonio archeologico, artistico e monumentale che non ha eguali è risaputo. Altrettanto risaputo è che senza la valorizzazione di questo patrimonio, un vero rilancio del turismo, e dunque dell'economia del territorio, non ci sarà mai.

RISORSE. A esserne convinte, per prime, sono le istituzioni. Ma devono fare i conti con le risorse disponibili. Che sono sempre meno. I tagli statali hanno messo in croce Comuni e Soprintendenza. Se al taglio di fondi poi si aggiunge la mancanza di sinergia tra gli enti i allora, al di là delle intenzioni, non si riesce ad andare. Un situazione frustrante per tanti Comuni che, avendo le casse vuote, rimangono bloccati.

L’INIZIATIVA. Celano, però, non si è data per vinta. L’onorevole Filippo Piccone, sindaco della città, ha deciso di non farsi sfuggire l'opportunità che il patrimonio storico-culturale offre per far decollare l'economia. Lo Stato ha chiuso i cordoni della borsa? E io i soldi li trovo lo stesso.

LA MOSTRA. Durante l'inaugurazione, al castello Piccolomini, della mostra sulle "Radici archeologiche del Parco Sirente-Velino", Piccone, a sorpresa, annuncia di aver firmato, qualche ora prima, un protocollo di intesa con la Soprintendenza. In base all'accordo, il Comune, nel quinquennio 2014-2018, destinerà parte dei soldi incassati dall'impianto fotovoltaico alla valorizzazione dei tesori archeologici e artistici del territorio.

GLI ITINERARI. La somma complessiva si aggira su un milione e 300mila euro. Che sono 260mila euro l'anno. Una cifra enorme, di questi tempi. «Celano», ha spiegato Piccone, «ogni anno registra la presenza di circa 40mila turisti. È però un turismo mordi e fuggi. Dobbiamo invece mettere gli ospiti in condizione di poter soggiornare, potenziando le strutture ricettive, e suggerendo loro degli itinerari. Così dopo il Museo nazionale della preistoria, in località Paludi, e il castello, che ospita pregevolissime opere d'arte e reperti archeologici di grandissimo interesse, possono visitare il sito archelogico di Alba Fucens e il Parco Sirente-Velino».

IL CASTELLO. Tra i tanti tesori custoditi nel Castello, vanno ricordati quelli provenienti dalla necropoli romana scoperta nel 2012 durante lo scavo preventivo per la realizzazione dell'impianto fotovoltaico. Sono ornamenti di pregio per giovani donne: orecchini, collane in oro, anelli d'argento e una lamina in oro arrotolata, contenente una formula magica: un sorta di lasciapassare per l'aldilà.

IL PARCO. All'interno del Parco, oltre alle bellezze naturali, si possono visitare siti in cui sono venuti alla luce reperti risalenti al Paleolitico (Altopiano delle Rocche), al Neolitico (Cerchio e Collarmele) e all'età del Rame e del Bronzo (Secinaro, Castelvecchio Subequo, Pescina, Massa d'Albe, Magliano), necropoli (Castel di Ieri, Secinaro, Aielli), statuette in bronzo di Ercole (Molina Aterno, Secinaro, Castelvecchio Subequo), un tempio italico (Castel di Ieri), una splendida villa romana (San Potito di Ovindoli), l'abbazia di Santa Lucia (Rocca di Cambio), e cinte murarie medievali.

TURISMO. Anche Antonio Del Corvo, presidente della Provincia, e Simone Angelosante, presidente del Parco, hanno insistito sulla necessità di promuovere un turismo che non si esaurisca nello spazio di qualche ora. «Ai turisti che vengono a sciare a Ovindoli», ha suggerito Angelosante, «dobbiamo dire che, oltre alle piste della Magnola, c'è un territorio ricco di storia, di siti archeologici, di paesaggi mozzafiato, di arte culinaria. È impensabile proteggere la natura e l'ambiente se non si fa crescere anche economicamente le persone che vivono all'interno dell'area protetta. Gli industriali possono chiudere le fabbriche e trasferire i macchinari in altri Paesi. Ma la nostra storia, la nostra cultura, le nostre montagne, le nostre tradizioni, nessuno mai potrà portarcele via. Sono esse la nostra forza».

MUSEO. Emanuela Ceccaroni e Anna Colangelo, della Sorprintendenza, hanno assicurato che i tesori venuti alla luce durante gli scavi e attualmente custoditi a Chieti e in altri musei, presto torneranno nella Marsica. Il che appare improbabile finché non aprirà il Museo di Alba Fucens. Al termine dell'inagurazione della mostra, l'attore Corrado Oddi ha allietato gli ospiti con una pièce comico-satirica.

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