Oncologia, stop all’assistenza domiciliare

Niente convenzione con due ricercatrici, L’Aquila per la vita costretta a sospendere l’attività

L’AQUILA. L’Aquila per la vita, l’associazione che da anni si occupa dell’assistenza domiciliare ai malati oncologici, rischia di chiudere i battenti. Da giugno, infatti, l’associazione è costretta a seguire solo i «vecchi» pazienti, non potendo più contare sul lavoro di due dottoresse, diventate ricercatrici universitarie, con le quali l’Asl – nonostante le ripetute richieste – non ha firmato alcuna convenzione. Il tutto con il risultato, per la onlus, di non poter garantire più i livelli di assistenza fin qui assicurati.

Una vicenda passata finora sotto silenzio «per evitare», ha commentato Giampiero Porzio, l’oncologo che otto anni fa diede vita all’associazione, «il rischio di strumentalizzazioni politiche, considerato che tutto ha avuto inizio a fine marzo. Con le elezioni regionali di mezzo non abbiamo voluto creare il caso. Abbiamo continuato ad assistere i nostri pazienti, ma da giugno siamo nell’impossibilità di prenderne altri». Una situazione a dir poco assurda, tanto da spingere il sindaco Massimo Cialente, informato da alcuni medici di famiglia, a chiedere alle istituzioni un intervento tempestivo e al manager dell’Asl Giancarlo Silveri, le ragioni «del suo disimpegno nei confronti di un’associazione amatissima dagli aquilani per il servizio svolto in questi anni a favore dei pazienti oncologici e delle loro famiglie». Ventiduemila le visite effettuate a domicilio dall’équipe di Porzio. Il tutto senza che l’Asl abbia finora provveduto a strutturare il servizio. E ora, a mancare all’appello è anche la convenzione con le due ricercatrici che in questi anni hanno mandato avanti con Porzio l’assistenza domiciliare. «Questo è il momento di formalizzare le cose», ha aggiunto Porzio. «Non abbiamo abbandonato i nostri pazienti, ma ormai siamo rimasti in quattro a dover occuparci anche del reparto».

Un servizio, quello svolto dall’Aquila per la vita, diventato un fiore all’occhiello della sanità aquilana. Un’esperienza da esportare, attraverso la quale è stato possibile risolvere – grazie alle tante donazioni ricevute e, dunque, senza costi per l’Asl – i problemi dello stesso reparto di Oncologia. Ora è il sindaco Cialente a chiedere al manager, di cui un paio di mesi fa ha sollecitato le dimissioni, una soluzione per consentire all’Aquila per la vita di continuare a svolgere la sua preziosa attività. ©RIPRODUZIONE RISERVATA