Ora tutti in ginocchio da Cialente

Ufficializzata la decisione. L'ex maggioranza nel caos: ritirale presto

L'AQUILA. Le dimissioni sono ormai ufficiali. Ieri mattina il sindaco Cialente le ha consegnate personalmente al presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti. Nessun ripensamento, neppure di fronte al «mea culpa» recitato dai gruppi consiliari e dai partiti della coalizione.

Poche parole, tutte contenute nello spazio di una sola riga, per confermare la volontà di lasciare la poltrona di sindaco. «Se ne va il parafulmine» si è lasciato scappare Cialente lasciando il suo ufficio a Villa Gioia, dove è rimasto solo per una manciata di minuti. Un j'accuse al al Pd, da cui si è sentito abbandonato, e ai consiglieri di maggioranza che gli hanno fatto continuamente mancare il numero legale in aula. E poi al Governo che ha costretto il Comune a una continua corsa ad ostacoli.

Cialente già alcuni giorni fa aveva minacciato di andar via. In una conferenza stampa aveva spiegato di non poter neppure presentare il bilancio di previsione, perché all'appello mancavano i 32 milioni di euro promessi dal ministro Tremonti per sanare il "buco" provocato dalla mancata riscossione di tasse e tributi. Il silenzio del Governo e il nuovo ennesimo rinvio del consiglio, per mancanza del numero legale sul piano di riassetto delle aziende partecipate, hanno finito per far traboccare il vaso.

Così, sulla città che porta ancora tutti i segni della tragedia provocata dal sisma del sei aprile di due anni fa, ora si è abbattuto anche un terremoto politico. Il sindaco ha venti giorni di tempo per un eventuale dietrofront. Inevitabile, in caso contrario, lo scioglimento del consiglio e l'arrivo di un commissario che dovrà traghettare il Comune verso le elezioni previste, però, tra oltre un anno. A meno che il ministro Maroni non trovi il modo, così come richiesto dallo stesso sindaco, per consentire agli aquilani di votare prima ricorrendo a un decreto. Una strada che, visti i tempi così ristretti, non sembra però percorribile.

Ma nel Pd, così come negli altri partiti della coalizione, non si è persa la speranza in una soluzione indolore. Ieri mattina, subito dopo la visita fugace del sindaco, ci sono state una serie di riunioni "volanti". Tutto nel tentativo di riallargare il più possibile la maggioranza, magari con il ritorno dei consiglieri di Rifondazione e di Sinistra ecologia e libertà, Enrico Perilli e Giuseppe Bernardi, da tempo all'opposizione.

Un'opera di mediazione condotta, in particolare, dal vice sindaco Giampaolo Arduini e dal presidente del consiglio Benedetti. L'impressione, però, è che a Cialente - che ha sempre guidato una maggioranza molto conflittuale - questa volta non possa bastare il documento di sostegno e solidarietà sottoscritto l'altra sera da tutti gruppi consiliari di maggioranza. Ieri si sono mosse tutte le segreterie locali e nazionali dei partiti. Il Pd ha convocato per venerdì un'assemblea degli iscritti per solidarizzare con il sindaco e per chiedergli di portare a termine la consigliatura.

Il primo cittadino per ora sta a guardare. Ma ieri ha incassato il primo importante risultato positivo. L'annuncio, da parte del sottosegretario Gianni Letta, dell'arrivo imminente dei fondi necessari per impostare il bilancio di previsione. Oggi stesso l'assessore alle Finanze, Silvana Giangiuliani andrà a Roma per avere un quadro più preciso sull'ammontare delle somme destinate alle casse comunali. Un risultato positivo che, se sommato ai tanti inviti a non mollare arrivati anche dai leader nazionali del centrosinistra, potrebbe favorire un cambio di rotta. Cialente, per ora si è limitato a ringraziare Letta.

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