Orso trovato morto nel Parco I resti sepolti e coperti di calce

La carcassa di un orso marsicano adulto è stata trovata dalla forestale a Villa Scontrone. L'animale si trovava sotto uno strato di terra e calce: forse la morte risale a cinque mesi fa

SCONTRONE. Erano sepolti e ricoperti di calce. I resti di un orso marsicano adulto sono stati trovati ieri dagli agenti del Corpo forestale dello Stato. L'uccisione del plantigrado risale a circa cinque mesi fa, anche se per avere notizie precise bisognerà attendere gli esami dell'Istituto zooprofilattico. Di sicuro è opera dei bracconieri che imperversano nella zona nonostante i controlli. Il presidente del Parco, Giuseppe Rossi, è sconsolato: se continua così diminuirà ulteriormente la popolazione degli orsi nella zona.

Il ritrovamento è avvenuto a Villa Scontrone, frazione del Comune di Scontrone, in località «Violata». Si tratta di una zona di protezione esterna del Parco nazionale d'Abruzzo. L'esemplare è stato sotterrato e ricoperto con la calce per evitare l'emanazione di odori derivanti dalla decomposizione. Sarebbero state rinvenute anche tracce di un sacco di plastica, probabilmente impiegato per seppellirlo. I resti sono venuti alla luce dopo che alcuni animali selvatici hanno scavato proprio in quel punto.

Le indagini vengono condotte dal Corpo forestale dello Stato in collaborazione con le guardie del Parco nazionale d'Abruzzo. È un altro duro colpo all'orso marsicano, la cui popolazione è attestata tra i 50 e i 70 esemplari. I resti sono stati posti sotto sequestro e inviati all'Istituto zooprofilattico Abruzzo e Molise per le indagini necroscopiche, incluso l'istologico e tossicologico.

IL PRESIDENTE. «Non sappiamo di quale orso si tratti», spiega il presidente del Parco, Giuseppe Rossi, «ne sapremo di più tra qualche giorno. Consideriamo anche che è appena iniziata la ripresa del controllo con il radiocollare, visto che da poco è terminato il letargo. I resti dell'orso sono sparsi in quell'area e bisognerà ricostruire la cosa. Abbiamo pensato che, vista la dinamica e il fatto che sia stato tentato l'occultamento della carcassa, si è trattato di un atto di bracconaggio. Abbiamo predisposto controlli con il metal detector per verificare se le ossa siano state danneggiate dai pallettoni. Risultati che attendo dall'istituto zooprofilattico già domani (oggi ndr). Se si trovassero resti di piombo già sarebbe un'indicazione precisa. Poi si farà anche l'esame del Dna. Nella zona in questione e nelle vicinanze sono morti altri orsi. Tempo a Montenero Val Cocchiara fu trovato un altro orso morto. In un altro caso un plantigrado è stato investito e ucciso da un treno. Gli orsi continuano a morire e dobbiamo fare di tutto per debellare il fenomeno del bracconaggio».

I PRECEDENTI.
L'estate scorsa, due orsi sono stati ritrovati morti annegati in una vasca in cemento realizzata per la raccolta dell'acqua piovana a Villavallelonga, nel cuore del Parco nazionale d'Abruzzo. Le due carcasse sono state ritrovate il 12 giugno 2010, una decina di giorni dopo il decesso dei plantigradi. L'ipotesi più plausibile è che uno dei due animali, presumibilmente il cucciolo, sia caduto, accidentalmente, nella vasca, e che la madre abbia tentato invano di salvarlo. Ma gli inquirenti non hanno escluso in principio altre ipotesi.
Nel 2009, un'orsa è stata trovata morta nei boschi della Valle Orsara, nel Parco. La scoperta venne fatta da tre escursionisti di Scanno che avevano perso il sentiero, a 1.945 metri di quota alle pendici del monte Campitello.

Venne allertato il servizio di sorveglianza del Parco nazionale d'Abruzzo e sul posto arrivarono gli agenti della Forestale del Cta di Civitella Alfedena, coordinati da Luciano Sammarone, i guardiaparco diretti da Pasqualino Leone, due ricercatori del dipartimento biologie animali della Sapienza di Roma e il veterinario del Parco. L'orso, morto da due, tre giorni, non era dotato di radiocollare. Si trattava di una femmina di circa cinque anni di età, con un peso di quaranta chili.

La Procura di Sulmona, in quella occasione ha aperto l'inchiesta ed è stato attivato il protocollo stabilito dopo la strage di plantigradi nel 2007.

Nel maggio del 2008, una carcassa di orsa adulta è stata segnalata a Lecce nei Marsi. Dai primi rilievi della Forestale è emerso il sospetto di morte per avvelenamento. Ma l'anno nero per i plantigradi è stato proprio il 2007 con ben tre orsi ritrovati morti nel giro di pochi giorni. Tra loro il celebre orso Bernardo, una vera icona per il Parco nazionale d'Abruzzo.

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