Otto ore di sciopero al laboratorio Intecs

Mobilitazione dei 140 ricercatori dell’ex Technolabs per rilanciare la vertenza Prevista una manifestazione davanti alla vecchia sede nel polo elettronico

L’AQUILA. Otto ore di sciopero, per richiamare l’attenzione sulla vertenza del laboratorio di ricerca e sviluppo Intecs.

Una parabola discendente, quella dell’ex Technolabs, che da tempo tira avanti con i contratti di solidarietà e dove i 140 ricercatori rischiano di ritrovarsi, a partire dal primo gennaio 2016, «sulla soglia della povertà».

La denuncia arriva dalle Rsu e dalla Fiom, che hanno proclamato per domani una giornata di sciopero, che culminerà con una manifestazione simbolica davanti all’ex sede del laboratorio, all’interno del polo elettronico.

«Sono anni, ormai», dicono le Rsu aziendali e la Fiom provinciale, «che la commessa principale per la Intecs dell’Aquila è rappresentata dai contratti di solidarietà, che coinvolgono molto pesantemente la stragrande maggioranza dei ricercatori. A causa della recente riforma degli ammortizzatori sociali, ora è a rischio anche questo strumento, il quale ha finora garantito un reddito dignitoso ai ricercatori Intecs e alle loro famiglie che, a partire dal 1 gennaio 2016, saranno vicini alla soglia di povertà. L’azienda, in questi anni, oltre all’eredità lasciata dalla Compel, ha prodotto solo sparuti interventi per portare nuove attività nel nostro territorio. Dopo vari incontri con l’azienda e le istituzioni la situazione non sembra cambiare, tutto questo nonostante sia stato individuato un percorso volto a recuperare al lavoro i ricercatori».

Il riferimento è al tavolo attivato in Regione nei mesi scorsi, che aveva anche l’obiettivo di reperire risorse comunitarie, a fronte della presentazione di un piano industriale credibile. Ma la situazione, secondo quanto si è appreso, è ancora in alto mare e l’entrata in vigore del Jobs Act potrebbe essere il colpo finale anche per questa realtà aquilana.

«Con l’obiettivo di evidenziare la gravità di una vertenza che vede non solo a rischio i posti di lavoro, ma che priverebbe il territorio di alte professionalità», aggiungono, nel documento, Rsu e Fiom, «i lavoratori in sciopero manifesteranno simbolicamente davanti alla sede dalla quale sono stati fatti uscire dall’azienda nei mesi scorsi e trasferiti in altri locali. Tale iniziativa è per riportare al centro dell’attenzione l’urgenza di affrontare il piano industriale con le istituzioni e sollecitare un impellente intervento sugli ammortizzatori sociali, così come richiesto sia al prefetto che alla Regione Abruzzo».

Romana Scopano

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