Pettino, inchiesta sulle demolizioni

Nei guai le due ditte che hanno l'appalto dei lavori

L'AQUILA. Le due ditte che hanno l'appalto per la demolizione di due edifici, in via Germania, a Pettino, sono sotto inchiesta. I carabinieri sostengono che sono state portate via quasi duecento tonnellate di ferro scaturite dai lavori. Quattro le persone indagate.

Si tratta dei due legali rappresentanti delle imprese e dei direttori del cantiere.

Secondo le risultanze dei carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Pescara e dei colleghi del nucleo di polizia giudiziaria della procura della Repubblica, il materiale ferroso è stato ceduto abusivamente a due ditte, una dell'Aquila e l'altra (una fonderia) della Lombardia ricavando circa quarantamila euro. Il materiale di risulta delle lavorazioni, invece, doveva essere consegnato al Comune spettando poi all'ente di verificare come utilizzarlo o venderlo ricavandone utili. Si tratta, in particolare, di armature metalliche, termosifoni, grondaie, ringhiere, etc.

Gli indagati per furto e truffa, secondo gli investigatori, si erano accorti di essere stati scoperti e per questa ragione uno di loro aveva presentato una denuncia sostenendo che il materiale era stato portato via da qualche romeno. Ora a suo carico pende anche una denuncia per simulazione di reato.

Resta ora da verificare se, dopo questa inchiesta, nonostante le accuse siano tutte da dimostrare, il Comune intenderà mantenere l'appalto a quelle due ditte.

Le demolizioni a Pettino riguardano per ora due fabbricati per decine e decine di appartamenti. Si tratta di demolizioni che benchè avviate da circa un anno non sono mai state completate anche a causa di un sequestro di una parte dell'area in seguito a un incidente sul lavoro.

Queste demolizioni, comunque, sono state contestate da una parte dei residenti i quali si sono stupiti della rapidità con la quale sono state decise e poi avviate senza essere concluse. Contro le demolizioni c'era stato anche una opposizione di chi progettò quelle abitazioni.

Ma esiste anche una denuncia penale da parte del costruttore, un imprenditore del Teramano, il quale ha sempre sostenuto che i danni subiti da quei palazzi a causa del terremoto non sono stati maggiori rispetto ad altri fabbricati inagibili che sono stati classificati in altro modo.

Gli inquilini (non tutti) hanno osteggiato la demolizione ben sapendo che con questa soluzione i tempi per poter riavere una abitazione saranno ancora più lunghi di quelli previsti nonostante rassicurazioni cui non crede nessuno.

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