INCONTRO A SCIENZE UMANE

«Più condivisione nelle scelte»

Il consiglio dell’ex ministro Barca per le decisioni importanti

L’AQUILA. «L’Aquila insegna che i processi partecipati sbloccano le decisioni». Così l’ex ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, intervenendo a colloquio con Geminello Preterossi nell’aula magna del Dipartimento di Scienze Umane per sviscerare il metodo per eliminare le ingiustizie, nonostante idee diverse, del premio Nobel per l’economia Amartya Sen. «Riuscire a prendere decisioni pubbliche», ha spiegato alla platea Barca, «è complicato perché serve enorme conoscenza e ognuno di noi esprime bisogni specifici e idee diverse. Per arrivare a risultato, il processo partecipativo deve essere acceso, aperto, informato e ragionevole. Se si verificano queste condizioni accade che alcuni possono modificare giudizio e può cambiare la gerarchia delle soluzioni inferiori. Si può arrivare a una soluzione terza. Si può produrre innovazione. L’Aquila la sa lunga: tante volte in questa città si è discusso senza numeri, senza dati, sparandosi bordate uno contro l’altro».

Si è parlato di democrazia partecipativa, invece, nel corso della mattinata, in un dialogo condotto da Emma Amiconi, direttore di Fondaca (Fondazione per la Cittadinanza attiva). Presente, tra gli altri, l’assessore del Comune dell’Aquila con delega alla Partecipazione, Fabio Pelini, che durante il suo intervento ha parlato dell’evoluzione dei processi partecipativi dal post terremoto a oggi. «All’Aquila», ha dichiarato, «nella prima fase post sisma c’è stata un’insufficienza da un punto di vista partecipativo, con decisioni che venivano imposte dall’alto. Dopo aver assunto la delega, abbiamo cercato di recuperare questo gap con strumenti, come il bilancio partecipativo, l’Urban center, i consigli territoriali di partecipazione».

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