Piani di Pezza, esposto del Wwf Nel mirino lo stadio per il fondo 

Si chiede di accertare i danni ambientali causati dai lavori iniziati e poi sospesi lo scorso luglio Ricci: per gli interventi non si è attesa la conclusione dell’iter per limitare l’impatto su quei luoghi

ROCCA DI MEZZO. Sullo stadio per lo sci di fondo ai Piani di Pezza il Wwf Abruzzo non demorde. È stato presentato un esposto per accertare i danni ambientali causati dai lavori, iniziati e poi sospesi nel mese di luglio per un difetto nella pubblicazione della Vinca. Un altro esposto era arrivato a fine agosto a firma di 12 associazioni ambientaliste. Nel mirino, il progetto del Comune di Rocca di Mezzo, finanziato con 1 milione di euro dei fondi del Pnrr che, come ribadito dal sindaco Mauro Di Ciccio, ha ricevuto tutte le autorizzazioni necessarie, compresa quella del Parco Velino Sirente, e sarà inserito nel contesto naturale e funzionale al sostentamento economico delle popolazioni locali. Intanto, è stato richiesto il supporto della Regione e il progetto è stato pubblicato sul sito delle Valutazioni di incidenza ambientale dell’ente. «Già da qualche settimana», spiega Filomena Ricci, delegata del Wwf Abruzzo, «abbiamo presentato, rappresentati dall’avvocato Francesco Paolo Febbo, un esposto alle autorità competenti per chiedere di valutare con attenzione i danni arrecati dai lavori effettuati. Gli aspetti procedurali, seppure con tentativi maldestri e a posteriori, potranno anche essere sanati (questione comunque da valutare); lo stesso non si può dire per gli aspetti naturalistici». Secondo Ricci, «i lavori sono iniziati senza la conclusione delle procedure che avrebbero dovuto indicare modalità e misure per limitare l’impatto e la modifica dello stato dei luoghi è avvenuta ed è sotto gli occhi di tutti. Chiediamo, dunque», conclude Ricci, «che vengano accertati i danni arrecati alle componenti floristiche e faunistiche presenti nel sito dell’intervento e tutelati dalle normative nazionali e internazionali».
Lo stadio per lo sci di fondo sulla carta dovrebbe essere un bacino idrico ricadente nella vecchia cava di inerti, ricoperto di ghiaia e circondato da una staccionata in legno, con una pista ad anello di circa 850 metri. Il bacino potrà fungere anche da riserva antincendio e i terrazzamenti da sostegno della sovrastante scarpata.
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