Precipita per quasi 4 metri e muore

19 Novembre 2013

Vittima un 60 enne che stava eseguendo lavori di ristrutturazione nella nuova casa. Ritrovato dalla moglie

CAPISTRELLO. Ha tentato di salvarsi aggrappandosi al filo di ferro aggrovigliato nella parte bassa di una balaustra. Un pezzo glielo hanno ritrovato ancora in una mano, mentre giaceva a terra, sul cemento. Antonio Di Cintio, che tutti conoscevano come Tonino, 60 anni di Capistrello, è stato ritrovato morto, ieri mattina, dalla moglie Letizia, che lo stava cercando dopo essere stata avvisata dai colleghi, che suo marito non si era presentato a lavoro. Di Cintio è morto dopo essere caduto da un’altezza di oltre tre metri e mezzo, mentre stava lavorando in una sua abitazione di via Santa Lucia. Una casa, ereditata dalla sua famiglia d’origine, che si trova sulla strada che va a Filettino, alle porte di Capistrello, in località Camerata. Era un elettricista, ma lavorava come collaboratore scolastico all’Istituto tecnico statale del turismo Argoli di Tagliacozzo. I colleghi, non vedendolo arrivare, si sono preoccupati. La moglie, ieri sera, non vedendolo rincasare non si era allarmata, in quanto, dopo i lavori di ristrutturazione, il marito usava spesso rimanere a dormire in quella seconda casa. Che si trova accanto a quella di suo fratello Mario, più anziano di diversi anni. Solo ieri mattina, dopo la chiamata dei colleghi del marito, è corsa alla sua ricerca. Ma purtroppo non ha potuto far altro che constatarne la morte. Sul posto sono subito arrivati anche alcuni vicini, allertati dalle urla della donna. Tra loro Osvaldo Bucci, che è rimasto lì vicino per ore. «Era un grande lavoratore», ha commentato, mentre arrivavano pian piano altri uomini. «Lo conoscevamo tutti», raccontano con un filo di voce e gli occhi pieni di lacrime, i residenti della zona, «ha lavorato per una vita intera. Oltre al lavoro a scuola, passava interi week end a ristrutturare questa sua abitazione, dove aveva fatto quasi tutto da solo. Aveva costruito dei bellissimi archi, con uno stile particolare».

Sul posto, appena avvisata dalla madre, è arrivata anche la figlia Angela, di ritorno dall’Aquila, dove era andata a sostenere un esame all’università. L’altra figlia, Maria Grazia, è un ingegnere e vive a Roma. Si è messa subito in viaggio per essere vicina alla famiglia. Appena in paese è circolata la voce della morte di Di Cintio, in molti sono scesi nella piccola contrada, per portare conforto alla moglie e alla figlia. Per ricostruire la dinamica dell’incidente è prontamente giunto sul posto il maresciallo Vincenzo Mella, comandante della locale stazione dei carabinieri. Insieme a Mella e agli altri carabinieri, è giunto il dottor Agostino Cerasani, medico legale della Asl. Intorno alle 14, il medico ha constatato la morte, avvenuta circa 20/23 ore prima del ritrovamento. E quindi intorno alle 21 di domenica sera. Come da protocollo, è stato aperto un fascicolo alla procura della Repubblica di Avezzano, ma i carabinieri e il medico legale, sul posto, hanno accertato che la morte è arrivata a causa della violenta caduta a terra, sul cemento. Gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica. Accertando che si è trattato di un incidente. Dopo circa due ore, la salma è stata riconsegnata alla famiglia. Ieri il sostituto procuratore Vincenzo Barbieri ha concesso il nulla osta per i funerali che si svolgono oggi alle 15 nella chiesa di San Giuseppe. Sul posto, per la cura della salma, è intervenuto il personale dell’agenzia Funerarium di Andrea Fantozzi. Di Cintio lascia la moglie Letizia, collaboratrice scolastica in una scuola di Carsoli e due figlie: Angela, molto conosciuta come dipendente della ex Micron e Maria Grazia, ingegnere.

Magda Tirabassi

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