Pronto soccorso in corsia

Scatta l’emergenza prima della chiusura di Tagliacozzo

AVEZZANO. Caos nella sanità marsicana e servizio di urgenza ed emergenza del territorio a rischio. Dopo l’annuncio non smentito della chiusura notturna ad aprile del pronto soccorso di Tagliacozzo, ora c’è preoccupazione per quello di Avezzano dove la ristrutturazione non è ancora partita.
Intanto i pazienti protestano per le disumane condizioni strutturali dove non c’è privacy.

I NUMERI.
Sono quasi mille i trasferimenti dall’ospedale di Avezzano in altre Asl o Regioni dopo la visita al pronto soccorso, quando nell’ospedale ci sono ben 110 posti letto inutilizzati per carenza di personale. I 15 turnisti del pronto soccorso, inoltre, svolgono anche servizio di 118. Ma i problemi riguardano anche i reparti accorpati, con due soli bagni per 25 pazienti uomini e donne, oppure le code interminabili al pronto soccorso e alla cassa ticket, e il reparto di ostetricia superaffollato. Al pronto soccorso, nel turno di notte c’è un solo Ota (operatore tecnico di assistenza). Gli infermieri dovrebbero essere tre, ma spesso sono due e fanno anche l’ambulanza.

L’ODISSEA. «Sono arrivato al pronto soccorso», racconta un ex operatore del 118, Vincenzo Lo Zito «non per lavoro, come ho fatto tante volte in passato, ma come paziente. La situazione in cui il personale è costretto a lavorare non è affatto migliorata negli anni, anzi. L’attesa avviene ancora nel lungo corridoio, senza prese d’aria, dove i pazienti sono ammassati sulle sedie o addirittura in piedi. In fondo c’è una vetrata dove dovrebbe avvenire il triage per dare la precedenza ai pazienti gravi, ma ciò ad Avezzano non esiste. Invece c’è un infermiere che ascolta le problematiche del paziente davanti alle persone in coda, senza un minimo di privacy. Una volta arrivato il mio turno», spiega «sono salito su un lettino a 80 centimetri da un altro paziente, con un separé costruito dagli infermieri con un telaio tubolare in alluminio e lenzuola verdi. Si è costretti a essere spogli davanti agli altri pazienti».

I LAVORI. Più volte annunciati non sono mai iniziati. Consistono nella ristrutturazione del pronto soccorso, delle sale di attesa, e delle camere per l’osservazione breve. Dovevano essere portati a termine nel 2009, invece tutto è rimasto fermo. Tra l’altro non sono terminati neanche i lavori alle sale operatorie. Il manager della Asl, Giancarlo Silveri, ha assicurato che entro due mesi inizieranno gli interventi, ma con il pronto soccorso di Tagliacozzo chiuso la mole di lavoro sarà ancora maggiore e a disposizione ci sarà solo una struttura provvisoria, forse un prefabbricato. Sarà difficile gestire tale situazione. Silveri ha anche annunciato che «le tre sale operatorie in via di ristrutturazione saranno riaperte nel giro di due mesi e si affiancheranno alle tre già in funzione».

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