Raddoppia in paese il numero dei rifugiati

Pescasseroli, ma c’è chi chiede la verifica delle condizioni per poter ospitare altri migranti

PESCASSEROLI. Raddoppia il numero dei profughi ospitati a Pescasseroli. Il nuovo gruppo di immigrati non è ancora giunto in paese, ma tra la prefettura e i responsabili della cooperativa che nel paese montano da qualche settimana ha allestito un centro di accoglienza c’è una nuova intesa finalizzata ad ampliare la ricettività dell’hotel “Lo Scoiattolo”.

Attualmente l’albergo ospita 22 immigrati, ma il numero dei profughi dovrebbe arrivare a circa 50 unità. La notizia è stata comunicata anche al sindaco Anna Nanni nel corso di una riunione che si è tenuta nei giorni scorsi all’Aquila per annunciare agli amministratori locali l’accordo sull’accoglienza diffusa dei profughi. Quasi tutta la popolazione di Pescasseroli ha accolto favorevolmente la convivenza con la piccola comunità di giovani profughi giunti in paese. Ma dopo la notizia dell’arrivo di nuovi migranti c’è chi comincia a storcere il naso.

A chiedere subito una riflessione sull’imminente aumento del numero dei profughi nella capitale del Parco nazionale d’Abruzzo è il segretario locale e membro della dirigenza provinciale del Partito di Rifondazione comunista. «Inviterei tutti a verificare se ci sono le adeguate condizioni per ospitare altri profughi nella struttura di accoglienza del paese. Pescasseroli non ha smentito la sua risaputa qualità di accoglienza e di solidarietà», commenta Silvano Di Pirro, «tanto che l’arrivo dei migranti ha segnato un grande momento di partecipazione da parte di tutti. Comune, associazioni, parrocchia e cittadini si sono giustamente prodigati per accogliere nel migliore dei modi i profughi. Pescasseroli ha scritto una bellissima pagina di solidarietà e di umanità verso coloro che vivono momenti difficili. Ma sull’arrivo di altre persone avvierei subito una discussione per verificare se ci siano le condizioni per poter fare l’operazione». I primi profughi sono giunti a Pescasseroli agli inizi del mese di febbraio. Si tratta di 22 cittadini arrivati da Gambia, Senegal e Nigeria, che hanno trovato assistenza di ogni genere.

Il Comune, per questioni di sicurezza, ha chiesto – per loro – il divieto di abbandonare senza motivo la struttura e di andare in giro di notte senza autorizzazione.

Massimiliano Lavillotti

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