Ranalli: riaperta la partita sul futuro del punto nascita

Il sindaco a Paolucci: «Nei centri montani Il decreto Lorenzin dà la possibilità di mantenere in vita i reparti di Maternità»

SULMONA. Il decreto del ministro della Salute Beatrice Lorenzin sulla possibilità di mantenere aperti i punti nascita di montagna con meno di 500 parti annui riapre la partita della Maternità sulmonese. Ne è convinto il sindaco Peppino Ranalli, che non gradisce le reazioni piuttosto fredde al provvedimento dell’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci e del manager dell’Asl Giancarlo Silveri. Se col primo si profila lo scontro politico, anche alla luce dell’incontro fissato in città per il prossimo 2 dicembre, all’indirizzo del secondo arrivano dure critiche sulle condizioni attuali del reparto al terzo piano dell’ala vecchia dell’ospedale sulmonese.

«Perché per il punto nascita si è arrivati a questa situazione?», domanda il sindaco in maniera ironica. «Perché ci sono stati dieci anni di mancati investimenti di attrezzature, personale, tecnologie e risorse». Ma Ranalli va oltre la semplice polemica ed è pronto a chiedere a Paolucci il destino del reparto nel prossimo incontro in città. «L’assessore regionale sarà in città il 2 dicembre», annuncia il sindaco. «Sarà una discussione incentrata proprio sul futuro dei punti nascita. Dobbiamo capire che idea ha la Regione in merito alla riorganizzazione sanitaria e sui vari reparti».

Intanto il decreto, che recepisce le istanze portate avanti dall’integruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna, stabilisce che siano le Regioni ad avanzare la richiesta al ministero della Salute sul mantenimento dei punti nascita e affida al Comitato percorso nascita nazionale il compito di esprimere un motivato parere su tali richieste. Il decreto Lorenzin introduce un nuovo criterio, in base al quale lo standard non è più legato al numero dei parti per singolo ospedale, ma è affidato alla formazione e all’elevata casistica delle équipe mediche e infermieristiche che svolgono il servizio, consentendo il giusto equilibrio tra il diritto di nascere in montagna e il diritto di farlo in condizioni di qualità e sicurezza. Un appello alla Regione arriva dalla senatrice Stefania Pezzopane. «Ora c’è il margine per tutelare i punti nascita a rischio sul territorio», dice, «tra cui quello di Sulmona, per garantire servizi essenziali per donne e nascituri». (f.p.)

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