Ranalli: «Venga dichiarato subito lo stato di crisi»

Il sindaco appoggia la richiesta dei sindacati di aprire una vertenza Valle Peligna «Cause dello spopolamento sono la mancanza di lavoro e la perdita di servizi»

SULMONA. Ripartire dalla dichiarazione di stato di crisi della Valle Peligna per invertire la rotta dello spopolamento sulmonese. Questa la ricetta del sindaco di Sulmona, Peppino Ranalli, contro il costante crollo di residenti in città che nemmeno l’apporto delle comunità straniere riesce a mitigare. Nel giro di pochi anni Sulmona è passata da 30mila abitanti a meno di 25mila, con un’emorragia continua legata pesantemente al saldo migratorio, oltre che a quello naturale. Nei primi otto mesi del 2015 i residenti sono diminuiti di 129 unità, passando da 24.855 a 24.726, con meno 84 residenti per saldo naturale e 45 per saldo migratorio. Per il sindaco, dunque, risulta determinante invertire la rotta della crisi occupazionale per recuperare punti importanti di Pil e far sì che i giovani non siano costretti ad andar via per trovare lavoro. «Il motivo principale della crisi demografica è legato alla crisi occupazionale», riflette, «dunque è fondamentale invertire la rotta con misure ad hoc che da soli non possiamo gestire. Non possiamo più permetterci che i nostri giovani vadano via dalla città per gli studi universitari e poi per il lavoro». Secondo l’ultimo bilancio demografico di Aldo Ronci la città è passata da 24.855 abitanti a 24.726. Da qui l’appello del sindaco alla determinazione dello stato di crisi per ottenere aiuti straordinari e tornare ad attrarre investimenti in zona. «Lancio un appello al presidente della regione Luciano D’Alfonso affinché dichiari lo stato di crisi della nostra zona», incalza Ranalli, «purtroppo qui servono misure straordinarie che un Comune non può gestire in autonomia. So che anche i sindacati stanno per rilanciare la vertenza Valle Peligna e io credo che quella sia la strada giusta per invertire la rotta della perdita di residenti». Altre ragioni del crollo della popolazione sarebbero legate, secondo il sindaco, alla perdita di importanti servizi e presìdi sul territorio e alla necessità di potenziare la sanità. «Nel mio programma di mandato avevo fatto realizzare uno studio sul calo demografico», aggiunge il sindaco, «e le tre cause principali erano legate alla mancanza di lavoro, alla chiusura dei presìdi sul territorio e alla perdita dei servizi sanitari. Tre cose su cui stiamo lottando dal nostro insediamento, che necessitano però di aiuti straordinari da Regione e Governo».

Federica Pantano

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