Rapina in gioielleria con sequestro

Banditi armati di pistole imbavagliano titolare, moglie e figlio
TRASACCO. La gioielleria Piperni di Trasacco è stata rapinata ieri da tre individui che, a volto scoperto, si erano finti acquirenti. Una volta entrati hanno estratto le pistole, sequestrato titolare e famiglia e rubato tutti i preziosi.
Il colpo ha fruttato al terzetto un bottino di oltre 30 mila euro, mentre il proprietario della gioielleria, insieme alla moglie e al figlio, sono stati imbavagliati e poi rinchiusi nel bagno. E quando Antonio Piperni - questo il nome del titolare - ha dato l'allarme ai carabinieri, i rapinatori erano già fuggiti dal centro di Trasacco a bordo di una macchina di colore grigio.
I FINTI CLIENTI. La rapina alla gioielleria di via Tommaseo 30 è avvenuta poco prima delle ore 13, quasi a orario di chiusura. Per questo all'interno del negozio, oltre a Piperni, c'erano la moglie e il figlio ventenne. Di lì a poco tutti e tre sarebbero tornati a casa per mangiare. Ma alla porta bussa un uomo dall'apparente età di 30-35 anni, e dietro di lui entrano altri due uomini. Hanno l'accento dell'Est, forse sono romeni, e sembrano interessati a una collana esposta in vetrina.
LA RAPINA. Non appena però i rapinatori si rendono conto che all'interno del piccolo negozio ci sono solo i tre familiari, spuntano dalle tasche due pistole. La famiglia viene minacciata, ma senza violenze. Quasi con «serenità» i tre vengono imbavagliati con lo scotch e invitati a chiudersi (non a chiave) nel bagno di servizio della gioielleria. La cassaforte era aperta: di oltre 30 mila euro il valore dei preziosi rubati (e non assicurati). Mentre un bandito sorveglia gli "ostaggi" e l'altro riempie borsa con i rotoli di preziosi, il terzo si dirige dietro al bancone.
IL FILMATO. Il negozio è dotato di una videocamera interna che filma tutto ciò che avviene. E' collegata a un registratore che si trova in uno scaffale. Uno dei banditi aveva il compito di estrarre il dvd che registrava la scena della rapina per metterlo in tasca. Sparita così ogni immagine che avrebbe permesso di identificare il volto dei tre rapinatori.
LA PISTOLA. Prima di fuggire i banditi hanno rubato anche la pistola di Piperni, una Sites semiautomatica calibro 9 il cui possesso è regolarmente denunciato alle autorità.
LA FUGA. Nessuno avrebbe visto il terzetto uscire dalla gioielleria, anche se qualcuno avrebbe notato una macchina grigia allontanarsi in tutta fretta dal centro di Trasacco. Per cambiare l'auto i banditi potrebbero aver scelto la Circonfucense, o la strada che porta alla zona industriale di Avezzano. Con l'auto "pulita" i rapinatori avrebbero continuato la fuga verso Roma o Sora.
LE INDAGINI. I carabinieri di Trasacco e della Compagnia di Avezzano hanno subito attivato posti di blocco e messo sotto torchio romeni e slavi residenti nel territorio, in quanto noti per i loro precedenti. I carabinieri hanno anche prelevato le impronte trovate su alcune vetrine, sul bancone e sulla cassaforte per verificare se corrispondono a qualche noto rapinatore.
Il colpo ha fruttato al terzetto un bottino di oltre 30 mila euro, mentre il proprietario della gioielleria, insieme alla moglie e al figlio, sono stati imbavagliati e poi rinchiusi nel bagno. E quando Antonio Piperni - questo il nome del titolare - ha dato l'allarme ai carabinieri, i rapinatori erano già fuggiti dal centro di Trasacco a bordo di una macchina di colore grigio.
I FINTI CLIENTI. La rapina alla gioielleria di via Tommaseo 30 è avvenuta poco prima delle ore 13, quasi a orario di chiusura. Per questo all'interno del negozio, oltre a Piperni, c'erano la moglie e il figlio ventenne. Di lì a poco tutti e tre sarebbero tornati a casa per mangiare. Ma alla porta bussa un uomo dall'apparente età di 30-35 anni, e dietro di lui entrano altri due uomini. Hanno l'accento dell'Est, forse sono romeni, e sembrano interessati a una collana esposta in vetrina.
LA RAPINA. Non appena però i rapinatori si rendono conto che all'interno del piccolo negozio ci sono solo i tre familiari, spuntano dalle tasche due pistole. La famiglia viene minacciata, ma senza violenze. Quasi con «serenità» i tre vengono imbavagliati con lo scotch e invitati a chiudersi (non a chiave) nel bagno di servizio della gioielleria. La cassaforte era aperta: di oltre 30 mila euro il valore dei preziosi rubati (e non assicurati). Mentre un bandito sorveglia gli "ostaggi" e l'altro riempie borsa con i rotoli di preziosi, il terzo si dirige dietro al bancone.
IL FILMATO. Il negozio è dotato di una videocamera interna che filma tutto ciò che avviene. E' collegata a un registratore che si trova in uno scaffale. Uno dei banditi aveva il compito di estrarre il dvd che registrava la scena della rapina per metterlo in tasca. Sparita così ogni immagine che avrebbe permesso di identificare il volto dei tre rapinatori.
LA PISTOLA. Prima di fuggire i banditi hanno rubato anche la pistola di Piperni, una Sites semiautomatica calibro 9 il cui possesso è regolarmente denunciato alle autorità.
LA FUGA. Nessuno avrebbe visto il terzetto uscire dalla gioielleria, anche se qualcuno avrebbe notato una macchina grigia allontanarsi in tutta fretta dal centro di Trasacco. Per cambiare l'auto i banditi potrebbero aver scelto la Circonfucense, o la strada che porta alla zona industriale di Avezzano. Con l'auto "pulita" i rapinatori avrebbero continuato la fuga verso Roma o Sora.
LE INDAGINI. I carabinieri di Trasacco e della Compagnia di Avezzano hanno subito attivato posti di blocco e messo sotto torchio romeni e slavi residenti nel territorio, in quanto noti per i loro precedenti. I carabinieri hanno anche prelevato le impronte trovate su alcune vetrine, sul bancone e sulla cassaforte per verificare se corrispondono a qualche noto rapinatore.
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