Ricostruzione, nati 340 consorzi

Obbligatori per il recupero delle case del centro danneggiate dal sisma
L'AQUILA. Sono 340 i consorzi obbligatori costituiti per la ristrutturazione degli aggregati edilizi danneggiati dal terremoto e 155 quelli finora prenotati. Consorzi nati sulla scorta dell'individuazione, ad opera del Comune, degli aggregati su cui intervenire. Una materia, questa, regolata dal decreto 12 del commissario Gianni Chiodi che, dando attuazione a quanto previsto dall'ordinanza 3820 del presidente del Consiglio dei ministri, ha definito le disposizioni per la costituzione e il funzionamento dei consorzi obbligatori. Operazione preceduta dall'individuazione, da parte del Comune, degli aggregati edilizi.
«Al momento» spiega l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano (al centro nella foto) «risultano costituiti 340 consorzi e 155 sono le prenotazioni arrivate nei nostri uffici. Al consorzio si arriva attraverso l'aggregato strutturale. Il Comune dopo aver pubblicato un avviso con l'invito ai cittadini a formulare le loro proposte, ha stilato l'elenco degli aggregati e degli aventi diritto a costituire i consorzi. Cosa che può essere fatta ricorrendo alla struttura comunale o al notaio». Secondo quanto previsto dal decreto commissariale, il consorzio può dirsi valido se costituito da un numero di proprietari in grado di rappresentare almeno il 51% della superficie lorda coperta dell'aggregato. Lo scopo unico dei consorzi, il cui periodo di vita non può essere inferiore a sei anni (salvo un anticipato scioglimento in caso di raggiungimento dell'obiettivo), è quello di soprintendere alla realizzazione degli interventi - quelli relativi a parti comuni e impianti - volti a restituire piena agibilità ed abitabilità all'aggregato.
«È il consorzio che sceglie i progettisti e l'impresa a cui affidare i lavori» aggiunge Di Stefano. «Le ordinanze ci dicono che le proprietà comuni verranno interamente recuperate. In quanto alle parti in carico ai singoli associati, sono previsti indennizzi di 80 mila euro per i locali adibiti ad attività produttive e altrettanti sono i fondi destinati alle abitazioni non principali (sempre che il proprietario non abbia richiesto altri indennizzi). È prevista, invece, la copertura totale dei costi - equiparati a quelli dell'edilizia residenziale regionale - per le abitazioni principali. Una somma che può raddoppiare per gli immobili vincolati, mentre per quelli di pregio è previsto un aumento fino a un massimo del 60%. Il Comune» conclude Di Stefano «ha proposto altre migliorie da apportare agli aggregati, ma su questo non abbiamo ancora avuto risposta».
Ma intanto, tra i proprietari degli aggregati c'è chi contesta il meccanismo farraginoso messo in piedi per la costituzione dei consorzi. Un percorso ad ostacoli aggravato» sostengono i cittadini «dal numero fin troppo esiguo dei dipendenti comunali addetti al servizio».
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