Rinasce l’ippovia del Gran Sasso: 400 km nella natura
Intesa per il recupero e il ripristino del tracciato esistente Interesserà 29 comuni di 3 province, svelato il progetto
L’AQUILA. Un’escursione lunga 400 chilometri da percorrere a cavallo intorno al massiccio del Gran Sasso attraverso 29 Comuni tra le province dell’Aquila, Teramo e di Pescara per quella che sarà l’Ippovia più lunga d’Italia.
Il progetto si chiama “Nexum Equum” ed è stato presentato ieri mattina ad Assergi nella sede del Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga. L’iniziativa prevede il recupero e il ripristino del tracciato dell’Ippovia del Gran Sasso che, quando fu presentato a metà degli anni 2000, era «l’ippovia più lunga d’Europa».
Un’intuizione, quella dell’allora presidente Walter Mazzitti, avvocato teramano scomparso alcuni mesi fa, e del vicepresidente dell’epoca, Giovanni Cialone, scomparso proprio pochi giorni fa, ripresa e ampliata dal centro di ricerca Demiogene in collaborazione con l’Ente Parco, il Fai (Fondo per l’Ambiente italiano), la Fise (federazione italiana sport equestri) e con la Fite Trec Ante (federazione italiana turismo equestre) con l’obiettivo principale di generare un sistema integrato di accoglienza che potrebbe generare, per le 59 località interessate dal tracciato elevate, marginalità economiche e sociali a zero impatto ambientale.
All’incontro di ieri mattina ad Assergi erano presenti il presidente del Parco Gran Sasso-Monti della Laga, Tommaso Navarra, Giovanbattista Galeota, responsabile del centro di ricerca Demiogene, Nicola Zarlenga, presidente Fite Trec Ante Abruzzo, Massimo Lucà Dazio, presidente Fai Abruzzo e Molise, Rocco De Nicola, presidente Fise Abruzzo. Il centro di ricerca Demiogene ha condotto uno studio di fattibilità prevedendo 58-60 punti di microricettività con 6-8 posti cavaliere con cavallo e 10-15 coperti per ristorazione di sosta. Il progetto prevede il recupero e la valorizzazione di ruderi a rilevanza storica presenti lungo il tracciato per una capacità ricettiva massima totale di 380 posti letto. Il progetto stima che la domanda possa attestarsi tra le 20mila e le 30mila presenze annue per un fatturato totale che dovrebbe superare i 6 milioni. Il sistema dovrebbe garantire al turista la possibilità di percorrere, esclusivamente a cavallo, l’intero tracciato con l’accompagnamento e l’assistenza di guide esperte. La convenzione firmata ieri prevede la costituzione di un comitato composto da esperti delle associazioni interessate a cui verrà affidata la gestione dell’intero “sistema ippovia”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il progetto si chiama “Nexum Equum” ed è stato presentato ieri mattina ad Assergi nella sede del Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga. L’iniziativa prevede il recupero e il ripristino del tracciato dell’Ippovia del Gran Sasso che, quando fu presentato a metà degli anni 2000, era «l’ippovia più lunga d’Europa».
Un’intuizione, quella dell’allora presidente Walter Mazzitti, avvocato teramano scomparso alcuni mesi fa, e del vicepresidente dell’epoca, Giovanni Cialone, scomparso proprio pochi giorni fa, ripresa e ampliata dal centro di ricerca Demiogene in collaborazione con l’Ente Parco, il Fai (Fondo per l’Ambiente italiano), la Fise (federazione italiana sport equestri) e con la Fite Trec Ante (federazione italiana turismo equestre) con l’obiettivo principale di generare un sistema integrato di accoglienza che potrebbe generare, per le 59 località interessate dal tracciato elevate, marginalità economiche e sociali a zero impatto ambientale.
All’incontro di ieri mattina ad Assergi erano presenti il presidente del Parco Gran Sasso-Monti della Laga, Tommaso Navarra, Giovanbattista Galeota, responsabile del centro di ricerca Demiogene, Nicola Zarlenga, presidente Fite Trec Ante Abruzzo, Massimo Lucà Dazio, presidente Fai Abruzzo e Molise, Rocco De Nicola, presidente Fise Abruzzo. Il centro di ricerca Demiogene ha condotto uno studio di fattibilità prevedendo 58-60 punti di microricettività con 6-8 posti cavaliere con cavallo e 10-15 coperti per ristorazione di sosta. Il progetto prevede il recupero e la valorizzazione di ruderi a rilevanza storica presenti lungo il tracciato per una capacità ricettiva massima totale di 380 posti letto. Il progetto stima che la domanda possa attestarsi tra le 20mila e le 30mila presenze annue per un fatturato totale che dovrebbe superare i 6 milioni. Il sistema dovrebbe garantire al turista la possibilità di percorrere, esclusivamente a cavallo, l’intero tracciato con l’accompagnamento e l’assistenza di guide esperte. La convenzione firmata ieri prevede la costituzione di un comitato composto da esperti delle associazioni interessate a cui verrà affidata la gestione dell’intero “sistema ippovia”.
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