Riti sospetti dietro gli atti vandalici

Madonne decapitate e chiese profanate, indaga la Procura

AVEZZANO. Il Fucino e la Marsica teatro di riti satanici, tanto da far pensare in maniera ricorrente alla presenza di una setta.

Nel corso degli anni infatti sono state rinvenute tracce di messe nere nei boschi e nei piccoli cimiteri delle frazioni, ma spesso sono stati denunciati anche casi di danneggiamento di simboli sacri, anche all'interno di chiese. Casi troppo spesso fatti risalire a semplici azioni vandaliche.
Per restare a Celano, dove nei giorni scorsi in un anfratto sono stati rinvenuti resti di un rito satanico, pochi anni fa venne decapitata la Madonnina in gesso di Borgo Strada 14, lungo il delimitare del Fucino. Più indietro negli anni pure ai vandali venne accollata la decapitazione della statua di Gesù Cristo nella chiesa di Borgo Incile, ad Avezzano. Una sequenza di atti vandalici ai quali seguirono numerosi furti, danneggiamenti e profanazioni, episodi molto probabilmente legati a messe nere e a riti satanici sui quali la Procura di Avezzano ha raccolto un voluminoso fascicolo.

Tra gli episodi sacrileghi più gravi avvenuto nella Marsica viene ricordato il furto delle ceneri di fra' Tommaso da Celano, avvenuto nel settembre del 2008 a Tagliacozzo, nella chiesa di San Francesco. Dopo aver tolto dalla nicchia l'ampolla, i ladri l'hanno svuotata delle ceneri e poi hanno rimesso l'ampolla vuota al suo posto. Un furto che ha creato sconcerto e che avrebbe potuto essere evitato, se ci fosse stata maggiore cura nel custodire le reliquie del frate francescano venerate in tutto il mondo. Ma a che scopo rubare le ceneri di un santo? Per gli uomini di chiesa e gli esperti di tali discipline ceneri e reliquie vengono utilizzate per le messe nere.

Nel recente passato sono state tante anche le tracce di messe nere rinvenute tra le tombe profanate dei piccoli cimiteri, come a Santo Iona e a Paterno. Anche nella Valle Roveto non sono mancati ritrovamenti inquietanti di simboli satanici, mentre più in generale alcuni esperti di satanismo sono convinti che in provincia dell'Aquila operi una setta composta unicamente da donne, chiamata le «Ierudole di Ishtar».