Ritorno a scuola, c’è carenza di docenti

In provincia oltre 500 le cattedre senza titolare, problemi soprattutto con gli insegnanti di sostegno

L’AQUILA. Da ieri tutti sui banchi nelle scuole aquilane, come previsto dal calendario scolastico regionale che fissava al 12 settembre la data di ripresa delle lezioni. In molti, a dire la verità, hanno cominciato l’anno scolastico già da qualche giorno. Per le scuole superiori i primi sono stati gli studenti delle classi d’ingresso dell’istituto Amedeo d’Aosta (l’ex Itis, il Liceo delle Scienze applicate, l’Itas “Elena di Savoia” e l’Itc “Luigi Rendina”), il 7 settembre. Il giorno successivo è stata la volta del Bafile (licei Scientifico e Artistico e da quest’anno anche dal liceo Internazionale Cambridge) e delle classi dalla seconda alla quinta dell’Amedeo d’Aosta. Gli ultimi a riprendere le lezioni, ieri, gli alunni del “Cotugno” (licei Classico, Linguistico, delle Scienze umane e Musicale), del “da Vinci” (che comprende gli indirizzi Alberghiero, Odontotecnici, Manutentori e assistenza tecnica) e del “Colecchi” (Agricoltura, professionale commercio e Geometri). Pochi gli ingorghi e i rallentamenti al traffico cittadino, a differenza degli anni passati: le riaperture scaglionate dei maggiori istituti, infatti, hanno permesso una migliore gestione della situazione. Nessun problema di traffico neanche nel polo di Colle Sapone, dove confluiscono ogni mattina migliaia di studenti. Le difficoltà, invece, sono sorte a causa della carenza di docenti: dopo la mobilità nazionale voluta a seguito del piano straordinario di immissioni firmato Renzi, infatti, molte scuole della città si trovano con un personale sottodimensionato rispetto alle esigenze. Oltre 500, in provincia, le cattedre ancora senza titolare. In particolare, a pagarne le spese sono soprattutto gli alunni con disabilità: in città, infatti, mancano ancora all’appello 50 insegnanti di sostegno, che dovrebbero occuparsi di un centinaio di alunni. Dopo le immissioni dei giorni scorsi, adesso bisognerà aspettare le assegnazioni provvisorie degli insegnanti a fine mese per avere un quadro più chiaro della situazione. Intanto, proprio dal capoluogo abruzzese è partita una petizione di insegnanti per sottolineare la disparità di trattamento tra gli assunti a metà dell’anno scorso e quelli che hanno ottenuto il ruolo quest’anno: mentre i primi, infatti, hanno dovuto partecipare alla mobilità nazionale e, in molti casi, si sono visti “spedire” al Nord, i secondi hanno ricevuto una cattedra a livello regionale o provinciale. «Chiediamo il blocco immediato delle assunzioni da graduatorie a esaurimento», spiega Monja Fini, che da anni vive all’Aquila con la famiglia e che nel 2015 è stata assunta a Monza, mentre quest’anno ha ottenuto un trasferimento a Tivoli. È possibile firmare la petizione sul sito www.change.org.

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