Santa Croce, la Regione vuole i sigilli definitivi

L ’obiettivo è quello di bloccare il prelievo di acqua minerale dalla sorgente La richiesta al Comune in seguito a un recente sopralluogo nello stabilimento

CANISTRO. Dovrà essere l’amministrazione comunale di Canistro a risolvere la questione del blocco delle saracinesche che regolano l’adduzione dalla sorgente “Sant’Antonio-Sponga” dalla quale la società Santa Croce preleva l’acqua minerale per l’imbottigliamento. L’invito ad apporre i sigilli alle due saracinesche, poste rispettivamente nei pressi dello stabilimento e in località “Capranica”, è arrivato all’amministrazione comunale dal Servizio risorse del territorio e attività estrattive della Regione Abruzzo. La comunicazione, inoltre, è stata inviata al Genio civile dell’Aquila, alla prefettura, alla Procura della Repubblica di Avezzano, a carabinieri, polizia e Guardia di finanza. Il Comune di Canistro, in collaborazione con il Genio civile, insomma, dovrà trovare il sistema per bloccare, in maniera definitiva, le due saracinesche, in modo da impedire alla società Santa Croce di continuare a prelevare l’acqua in seguito alla scadenza della concessione avvenuta il 4 ottobre del 2015.

«L’amministrazione comunale di Canistro», si afferma nella nota, «dovrà assumere ogni utile provvedimento per monitorare l’efficacia delle misure di sicurezza». Nell’ultima ispezione nello stabilimento, avvenuta il 12 agosto scorso, la dirigente della Regione Abruzzo Iris Flacco, accompagnata dai carabinieri del Nas, del Noe e della Compagnia di Tagliacozzo, aveva rilevato che la saracinesca in prossimità dello stabilimento era chiusa, mentre quella in località “Capranica” era risultata aperta. Secondo la Regione, quindi, la società Santa Croce, nonostante la concessione scaduta, continua a prelevare acqua per l’imbottigliamento. Convinzione, questa, che, sempre secondo il parere della Regione, sarebbe suffragata dai rilievi dei misuratori di portata installati nello stabilimento. Nel corso del sopralluogo del 12 agosto, inoltre, era stata rilevata «l’assenza del responsabile dello stabilimento o di un altro rappresentante per permettere la visione dei registri» e nel contempo era stato rilevato il funzionamento di due linee di produzione, mentre il contatore in funzione riportava «ulteriori consumi rispetto al sopralluogo del 20 luglio». Nella nota della Regione Abruzzo, oltre alle «prescrizioni» al Comune di Canistro in relazione al blocco delle saracinesche, viene intimata alla società Santa Croce la chiusura senza indugio della saracinesca presente nel tombino in località Capranica. Dunque, la Regione Abruzzo è fermamente intenzionata a rientrare in possesso della sorgente per poter avviare le procedure concorsuali per l’affidamento di una nuova concessione. Cosa a cui si oppone la società Santa Croce, decisa a far valere le sue ragioni in sede legale. E tra i due contendenti c’è il Comune di Canistro, che dovrà trovare soluzioni volte a impedire ulteriori prelievi di acqua.

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