Sassa, una frazione abbandonata

I residenti: situazione invivibile, serve una variante per eliminare il traffico dal centro del paese

L’AQUILA. «Sassa è un paese abbandonato e inascoltato. Era un tranquillo borgo e ora viverci è un inferno». Ad affermarlo è Clau dio Robimarga, secondo cui tanti sono i problemi della frazione a cominciare dalla variante ormai indispensabile.

«La via principale che attraversa il paese è percorsa da ogni tipo di automezzo, compresi quelli alti, pesanti e ingombranti. Pericolo per la gente, urti e danni alle case, balconi demoliti. Smog in quantità industriale. I tombini-caditoie sono completamente intasati e Sassa si allaga una volta all’anno. Ora vengono rubati anche i coperchi dei tombini con tanto di pericolo per i residenti di caderci dentro. Le due strettoie situate nell’angusta via principale creano imbottigliamenti continui e, a causa degli urti e delle vibrazioni, nelle case classificate E si allargano le crepe e cadono pezzi di muratura». Robimarga punta il dito anche sul problema della mancanza di energia elettrica. «Per 15 giorni Sassa è restata priva di illuminazione pubblica (altro esempio di abbandono). Il paese dalle 17 in poi aveva un aspetto spettrale. La gente o non usciva di casa o doveva farlo con le “torce” per vedere e per segnalarsi alle auto». Infine la questione dei Map. «Nel Map di Sassa l’illuminazione pubblica è mancante da due anni. Alcune persone sono anche cadute. Sempre nel Map per 25 giorni non è stata raccolta l’immondizia dagli appositi contenitori, creando una “mensa” per cani e gatti con spargimento di rifiuti in tutta l’area». Problemi sui quali Robimarga terrà, insieme ad altri residenti, una conferenza stampa.

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