Sentenze choc, così il Comune paga le spese legali alle famiglie 

Votato all’unanimità l’ordine del giorno che impegna la giunta a intervenire sul bilancio comunale Sì ad altri due emendamenti per una raccolta fondi e un disegno di legge da approvare in Parlamento

L’AQUILA. Tre diverse votazioni per settantadue mani alzate in consiglio comunale. È così che la politica fa quadrato a sostegno dei familiari delle vittime del terremoto.
La riunione di ieri a Palazzo Margherita, chiamata a decidere sull’ordine del giorno a prima firma della consigliera dell’Aquila coraggiosa, Simona Giannangeli – quello cioè destinato a impegnare sindaco e giunta a mettere mano al bilancio comunale pur di reperire la somma necessaria a coprire le pese legali cui sono stati condannati i familiari delle vittime del 6 aprile 2009, dopo la “sentenza choc” dei giudici della Corte d’appello dell’Aquila – ne ha infatti votato in maniera bipartisan il contenuto. Ordine del giorno corroborato dalla contestuale presentazione di altri due emendamenti, ugualmente votati all’unanimità dei 24 ieri presenti in aula: il primo riguardante l’istituzione di una raccolta fondi inaugurata dal versamento del gettone di presenza degli stessi consiglieri comunali; il secondo, contenente a sua volta un ulteriore impegno per il sindaco, quello cioè di interloquire con il governo centrale affinché si approvi un disegno di legge che, come accaduto per i familiari della strage di Rigopiano, possa essere esteso anche a quelli delle vittime dei terremoti dell’Aquila e di Amatrice. Emendamenti, questi ultimi, rispettivamente a prima firma di Leonardo Scimia e Livio Vittorini (Fratelli d’Italia), e di Stefania Pezzopane (Partito democratico).
LA SEDUTA
L’ordine del giorno è stato illustrato dalla stessa consigliera Giannangeli, che ne ha curato la stesura chiarendone poi in aula tutta la sua tristezza nell’essere stata «costretta a scrivere questo documento, poi sottoscritto da tutte le forze di minoranza». Costrizione, e tristezza, dovuti a «una sentenza che non solo manda assolta la Presidenza del consiglio dei ministri da qualunque responsabilità, ma lancia un monito ulteriore, perché non ritenendo di arrivare a decidere una compensazione delle spese – che è un istituto previsto da questo ordinamento – ha ritenuto altresì di gravare ulteriormente i familiari delle vittime del sisma del pagamento delle spese processuali. Sicuramente», spiega Giannangeli, così chiarendo il senso della sua proposta, «tra gli estensori della sentenza non c’è nessuno che abbia perso qualcuno quella notte, e forse neanche in quest’aula. Però ci dovremmo comportare come donne e uomini che quella notte hanno perso qualcuno, perché quel 6 aprile tutti abbiamo perso un pezzo fondamentale di questa città. Votare quest’ordine del giorno significa compiere un atto morale prima ancora che politico, di rispetto e solidarietà concreta. Non possiamo limitarci alle sole attestazioni di vicinanza in occasione delle ricorrenze del terremoto».
«Non può esserci concorso di colpa per chi è deceduto sotto un’abitazione che non era ben costruita, tanto più che nessuna autorità – né il prefetto, né la Protezione civile, né le amministrazioni comunali – avevano avvertito la popolazione di uscire dalle proprie case» ha ribadito Pezzopane, tornando allo strappo generato dalla sentenza. «Sono passati tanti anni, eppure siamo tutti ancora colpevoli, perché se hanno colpa le vittime, tutti noi allora abbiamo colpa, almeno tutti quelli che sono rimasti in casa», forti del fatto che lo sciame sismico stesse in realtà «scaricando energia. Ed è un bene, si diceva. Io stessa non sono uscita di casa quella notte, salvo poi scappare con mia figlia in braccio, per poi sentirmi ancora oggi in estrema colpa dopo aver sottoposto la mia famiglia a un rischio in realtà così alto».
Quindi l’intervento di Vittorini: «La nostra proposta di emendamento impegna il sindaco ad attivare tempestivamente una campagna di crowdfunding (raccolta fondi, ndr) che parte con un primo versamento dei gettoni di presenza odierna, chiedendo di fare lo stesso anche ai consiglieri regionali, così come ci aspettiamo un segnale importante in questo senso da parte di tutte le associazioni di categoria e dalle organizzazioni sindacali. Credo che per questa via supereremo facilmente la somma dei circa 15mila euro a famiglia», ha spiegato Vittorini, «e perché no, potremo pensare anche a un fondo psicologico o assistenziale, e a qualsiasi necessità possa essere utile a lenire un dolore chiaramente impossibile da annullare, ma che è importante continuare a supportare».
I PRECEDENTI
La seduta del consiglio comunale di ieri rappresenta la risposta politica a quanto stabilito di recente dai giudici della Corte d’appello dell’Aquila, che hanno negato i risarcimenti ai familiari di sette studenti rimasti uccisi dal crollo delle proprie abitazioni, imponendo loro il pagamento delle relative spese legali. Sale, su una ferita mai rimarginata da 15 anni a questa parte, il cui grido di dolore è poi confluito, martedì scorso, in un sit-in di fronte al palazzo di giustizia del capoluogo, partecipato da centinaia di aquilani che quella notte di certo non ridevano né bevevano Montepulciano, come pure era stato loro consigliato di fare.
GLI ALTRI PUNTI
L’assemblea ha inoltre approvato la dichiarazione di efficacia della variante al piano regolatore per la realizzazione del nuovo polo scolastico di Sassa e deliberato un cambio di destinazione d’uso e alienazione di un terreno situato nel demanio civico di San Vittorino. Varato infine un ordine del giorno, a prima firma di Leonardo Scimia, di condanna delle violenze in Venezuela, che impegni il sindaco alla trasmissione del documento al ministero degli Esteri, all’ambasciata del Venezuela in Italia e alle principali organizzazioni internazionali per i diritti umani, come l’Onu e Amnesty International.
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