De Michele in collegamento via skype dal Libano per la nascita della sua seconda figlia

L'AQUILA

Soldato in Libano vede figlia appena nata via Skype

Il neo papà Giuseppe De Michele, 37 anni, di Villa Sant'Angelo, caporal maggiore: “Emozione indescrivibile"

NAQOURA (LIBANO). Sono piu’ di 2.200 i chilometri di distanza che separano i due. Lui è il caporal maggiore capo scelto dell’Esercito Italiano Giuseppe De Michele, 37 anni, graduato dell’11° reggimento trasmissioni di Civitavecchia, dal 21 luglio in servizio in Libano nell’ambito della missione Unifil, la forza di interposizione della Nazioni Unite schierata al confine con Israele. Lei, Silvia, è la moglie e si trova in Italia dove ha appena dato alla luce Isabel, una bella bambina di oltre 3 chili.

Eppure il soldato, tramite un collegamento via Skype organizzato con il consenso di Gabriele Iagnemma, primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, è riuscito a condividere gli istanti immediatamente successivi alla nascita della sua secondogenita e le premure che la madre e Desiree, la sorella di quattro anni, le hanno riservato subito dopo. Al graduato, originario di Villa Sant’Angelo, Comune con poco meno di 500 abitanti della provincia dell’Aquila, sono arrivate le felicitazioni dei commilitoni e del suo comandante in teatro operativo, il tenente colonnello Andrea Cubeddu. A fare gli auguri al militare abruzzese anche il comandante del contingente italiano di Unifil, il generale Andrea Di Stasi. “La felicità’ del caporal maggiore capo scelto De Michele è anche la felicità degli oltre mille caschi blu del contingente italiano di Unifil”.

“Sapevo bene che trovandomi in missione non avrei potuto assistere alla nascita della bambina”, ha raccontato il neo papà, che ammette di non essere riuscito a trattenere le lacrime alla vista delle immagini che scorrevano davanti allo schermo del suo computer. “Ringrazio il primario, i medici e gli infermieri dell’ospedale, i colleghi del mio reggimento e dell’Hq Support Unit per le attenzioni che hanno avuto nei confronti miei, di mia moglie e delle bambine, ma soprattutto per averci regalato la gioia di vivere un evento così importante che rimarrà per sempre impresso nella mia vita di uomo e di soldato. Certo, non è stato come essere lì. Per questo non vedo l’ora di abbracciare la piccola in Italia, dove conto di rientrare a febbraio, appena avrò portato a termine la mia missione”.