Sottoservizi, i tempi si allungano

Melaragni (rup): «Ritardi dovuti al ritrovamento inatteso di reperti archeologici e ai ricorsi al Tar»
L’AQUILA. Era il 2011 quando con una mozione bipartisan del consiglio comunale, si iniziava a parlare di un intervento in 12 mesi sull’asse Villa comunale-Fontana luminosa, l’asse centrale. Quella che prima di tutte bisognava restituire alla città. Oggi quei giorni sembrano lontani, lontanissimi, per chi riesce ad attraversare zone come via Sallustio, via delle Aquile, via Patini, via Cavour, via Marrelli, via Sassa, dove sono cominciati i lavori per la realizzazione del tunnel intelligente per i sottoservizi, dentro il quale potrà camminare comodamente una persona per ispezionare lo stato delle reti, che si dirameranno per tutto il centro storico. Le ruspe qui hanno scavato già un metro e mezzo dal piano di calpestio, di più dove sono stati realizzati i primi tratti del tunnel alto due metri, gli archeologi hanno fermato i lavori per il ritrovamento di murature probabilmente risalenti al 1700 e appartenute a palazzi abbattuti durante il periodo fascista per allargare il Vicolaccio e trasformarlo in via Sallustio, ben 10 ditte hanno presentato ricorsi prima dell’inizio del prossimo stralcio. E Aurelio Melaragni, responsabile unico procedimento (rup), durante la prima ufficiale apertura del tunnel alla stampa, ci tiene a precisare: «Tenendo conto di alcuni ostacoli trovati durante il percorso, di qualche rallentamento, i 18 mesi di lavori previsti per il primo lotto andranno a finire almeno a 24, salvo ulteriori difficoltà». È partita, dunque, quella che è ritenuta la più importante commessa pubblica del post-sisma con un valore complessivo di 80 milioni di euro, 40 milioni solo per il primo stralcio, altrettanti per il secondo diviso in cinque lotti. Una “torta” golosa per le imprese. «Sono arrivate una quarantina di offerte per il secondo stralcio», continua il rup. «Le ditte partecipanti sono una trentina. Siamo in fase di apertura delle buste, ma sono stati presentati circa dieci ricorsi al Tar da parte di ditte escluse per problemi di mancanza di documentazione o di incompletezza progettuale». Fatto sta che è ormai chiaro che prima dell'aprile 2017, a otto anni dal terremoto, l’asse centrale sarà difficilmente fruibile. Altro che 12 mesi dal 2011. È il prezzo da pagare per unasmart city. «Stiamo cercando di rispettare la realizzazione prevista di 10 metri al giorno» continua Melaragni, «la produzione è però un po’ al di sotto. Il tunnel sarà illuminato e avrà servizi di controllo, segnalazione, anti intrusione. Finora sono stati costruiti circa 350 metri e non abbiamo trovato ostacoli di tipo geologico o geotecnico. In Italia quello dell’Aquila sarà l’unico tunnel con uno sviluppo di questo tipo». Ogni volta che verrà terminata una delle zone interessate dal tunnel si realizzerà una «pavimentazione provvisoria per mandare avanti la ricostruzione», come spiega l’assessore Pietro Di Stefano. «Solo al termine del lavoro valuteremo se riposizionare i sampietrini che sono stati smontati o se ricorrere ad una ricerca storica, prevedendo una pavimentazione in pietra». Intanto i lavori proseguono e si concentreranno nell’area vicina a piazza Duomo.
Michela Corridore
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