Spycam, l’uomo fugge dai giornalisti: «Filmato contro la mia volontà». Ma ai clienti del bar dice: «Ho fatto una sciocchezza»

All'indagato è stata sequestrata anche una somma di circa 80mila euro. Ecco tutte le ultime novità
L’AQUILA. «Mi stanno riprendendo contro la mia volontà, che devo fare?». Il rientro al lavoro dell’indagato nella vicenda delle spycam, dopo la pesante accusa di aver spiato una lunga lista di persone a loro insaputa, segna una curiosa inversione di ruoli tra vittima e carnefice. A parlare al telefono, presumibilmente con il suo avvocato, è infatti proprio la stessa persona accusata di aver piazzato microspie un po’ ovunque all’interno degli appartamenti poi messi a disposizione dei suoi affittuari.
Tutti fino a pochi giorni fa inconsapevoli di essersi cambiati per mesi, forse anni, sotto quegli stessi occhi elettronici capaci di trasferire in presa diretta interi scampoli di vita privata, anche i più intimi, direttamente sul telefonino del proprietario. Fuori dal suo bar, nel centro storico dell’Aquila, ieri mattina si è infatti presentato un esercito di giornalisti e troupe televisive, tutti a caccia anche solo di una piccola dichiarazione dall’uomo più chiacchierato del momento, che però, vedendosi braccato, si è poi chiuso a riccio.
Anzi, si è trincerato all’interno del ripostiglio del suo locale, così da sfuggire anche solo alla vista dei cronisti, passando poi un’intera mattinata di lavoro a fare la spola tra lo stanzino sul retro e il bancone, ogni qualvolta entrasse un cliente. Tanto che c’era anche chi, vedendolo uscire allo scoperto, guarda caso in concomitanza con l’ingresso di qualcuno da servire, sospetta che possa ancora utilizzare il sistema di videosorveglianza collegato al suo telefono cellulare, stavolta però solo quello che punta dritto sul suo bar.
Così, ai giornalisti, non resta che provare con qualche cliente. E sono proprio due di loro, appena usciti dal bar, a raccontare di aver chiesto al 56enne il perché di quel trambusto di telecamere fuori dalla porta del suo locale. Domanda alla quale l’uomo avrebbe candidamente ammesso: «Perché ho sbagliato, ho fatto una c...zata».
Poche parole scucitegli da chi ha chiesto senza giudicare. Forse la strategia migliore per ottenere tutta la verità. Cosa che evidentemente è riuscita meno a chi lo aspettava fuori pronto a inquadrarlo, restituendogli così le stesse sensazioni che da giorni attanagliano tutte le persone rimaste coinvolte, e ad oggi divise tra chi è terrorizzato, chi sconvolto, chi impietrito.
A sembrare particolarmente scosso, a fine turno, è stato però lo stesso 56enne, costretto infine ad andare inesorabilmente incontro ai giornalisti.
Anche se a restare a bocca asciutta sono stati questi ultimi, con l’uomo che è uscito dal bar correndo tra le auto incappucciato per non essere ripreso in volto, e che ha deciso infine di darsi alla macchia tra la vegetazione poco distante, fino a sparire alla vista di chiunque. Immagini prontamente catturate dai solerti operatori e nel pomeriggio di ieri trasmesse sui canali nazionali.
Una scena che vale più di mille dichiarazioni, con il 56enne definitivamente passato da regista occulto di un grottesco reality (probabilmente a luci rosse), forse a scopo di lucro (la polizia ha trovato e sequestrato una somma di circa 80mila euro in suo possesso), a protagonista assoluto al centro di una vicenda senza precedenti che già promette importanti strascichi giudiziari.
Tutto, infatti, si gioca sul filo del possibile smercio dei filmati sul web, cosa che aggraverebbe la già pesante accusa di interferenza illecita nella vita privata. Nonché dalla capacità del 56enne barista aquilano di chiarire la provenienza di quegli ottantamila euro rinvenuti dagli agenti al pari dei tantissimi dispositivi a sua disposizione solo fino a pochi giorni fa.
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