Studenti all’attacco: «Mai stati coinvolti nelle decisioni»

La protesta sotto la pioggia durante la cerimonia Nel mirino i disagi nei trasporti e la carenza di mense

L’AQUILA. Mentre nelle aule riscaldate del nuovissimo polo didattico di Economia ad Acquasanta si tenevano i discorsi delle autorità per l’inaugurazione del nuovo anno accademico, fuori un centinaio di studenti si fregava le mani per il freddo e si riparava con gli ombrelli dalla pioggia per dare voce al proprio malcontento. Un sit-in di protesta, organizzato dall’Udu (Unione degli universitari) «nei confronti della rettrice, Paola Inverardi, e di tutta la governance di Ateneo». Nel mirino le modifiche dello Statuto d’Ateneo, ma non solo. Molte le carenze dell’Università del capoluogo su tutti i fronti, secondo gli studenti dei due principali schieramenti dell’Ateneo, Udu appunto e Au (Azione universitaria) che se la prendono anche con le aziende di trasporto e con il Comune.

LO STATUTO. A spiegare le motivazioni del sit-in è stato lo stesso Marco Bosica, rappresentante del Consiglio studentesco, durante il suo intervento all’inaugurazione: «È noto, infatti, che l’Ateneo ha intrapreso, su proposta della rettrice, l’iter per modificare il suo Statuto col fine di ridimensionare la rappresentanza studentesca, di eliminare ogni potere residuo del Consiglio studentesco, di escludere di fatto gli studenti dalla reale capacità di incidere sui temi che riguardano la nostra vita dentro l’Ateneo. Noi vorremmo più partecipazione più collegialità non essendo mai coinvolti».

POLO DI ACQUASANTA. Proprio la sede scelta per l’inaugurazione, dove si tengono le attività didattiche dei corsi di laurea di Economia, è stata al centro della protesta: «La sede, a oggi,presenta gravi carenze, fonte di disagio per tutti gli studenti», spiegano i ragazzi riuniti in sit-in. «Mancano aule idonee per le lezioni, non ci sono sale studio e biblioteche adatte, la mensa non è mai stata completata e i servizi di trasporti sono insufficienti».

LE TASSE. Nonostante la tassazione dell’Ateneo aquilano sia tra le più basse d’Italia, qualcosa si potrebbe ancora fare, per gli studenti. «Noi studenti continuiamo a chiedere che la prima rata si componga della sola tassa di iscrizione ministeriale e che non sia gravata di ulteriori contributi universitari», spiega Simona Abbate, coordinatrice Udu. «L’eliminazione dei 100 euro dalla prima rata permetterebbe di rendere progressiva l’interezza dei contributi universitari ed evitare iniquità, a danno dei redditi medio-bassi». Meno critici Leonardo Scimia, senatore accademico di Au e Felice Marinucci, presidente: «Con la nuova governance d’ateneo è stata reintrodotta la regolare tassazione, dalla quale abbiamo accolto con favore l’introduzione di sconti relativi al merito oltre a quelli previsti in base al reddito. A oggi è una delle più basse in Italia. Tuttavia, in relazione ai servizi, ci auguriamo un decremento».

TRASPORTI. A denunciare l’inefficienza del trasporto sia urbano che extraurbano è soprattutto Marinucci: «La Tua si è dimostrata un fallimento da parte del governo regionale. Sono aumentati i costi e diminuite le corse, come è successo per Avezzano, provocando disagi alla nutrita componente studentesca dell’area marsicana. Anche le corse Ama sono rare e care. Infine, le corse notturne, finanziate un tempo con i fondi del ministero della gioventù, oggi sono solo un ricordo del passato». MENSE E CASA STUDENTE. «Non possiamo più permetterci di avere il polo con il maggior numero di studenti, Coppito, con una mensa nei container», spiega Bosica, «o di non avere certezze sul futuro dell’unica residenza studentesca pubblica: la Campomizzi». Sulla questione mense è critico anche Scimia: «Ci sono poli dell’Ateneo che non hanno mense, come Economia e il dipartimento di Scienze Umane».

DIDATTICA. Anche in tal senso il terremoto ha lasciato il segno, per gli studenti. «La didattica e l’accessibilità ai servizi, nonostante i miglioramenti negli ultimi anni, risentono ancora dei disagi dovuti alla dislocazione dal 2009», spiegano Scimia e Marinucci. «L’applicazione dell’accesso programmato di alcuni corsi, seppur doloroso, è stato necessario per garantire una qualità migliore della didattica».

SPAZI GIOVANI. Un altro punto dolente per i rappresentanti di Au: «L’impegno dell’amministrazione comunale nel garantire adeguati spazi sociali per i giovani è scarso».

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