Sulmona, la 12enne conferma le accuse: «Costretta agli abusi, mi sono difesa»

18 Settembre 2025

La giovane, in modalità protetta, rilascia dichiarazioni a carico dei tre che l’avrebbero violentata e filmata. L’inchiesta si allarga

SULMONA. «Mi hanno costretta ad avere un approccio sessuale e io mi sono difesa, tanto che uno di loro ha anche dei graffi». Ha confermato le accuse la ragazzina di 12 anni, abusata e filmata a Sulmona, e poi ricattata con dei video da tre giovanissimi, che ieri è stata sentita in colloquio protetto davanti ai magistrati della Procura del tribunale per i Minorenni dell’Aquila. Oltre tre ore e mezza di deposizione per ricostruire una storia dai contorni preoccupanti. La dodicenne, accompagnata dal suo avvocato, Maria Grazia Lepore, è stata sentita dal sostituto procuratore Angela D’Egidio e da uno psicologo. Genitori e avvocato hanno atteso all’esterno. Massimo riserbo da parte del legale che ha preferito non rilasciare ulteriori dichiarazioni avendo già chiesto silenzio e rispetto per conto della famiglia. Al magistrato la ragazzina ha affidato il resoconto dei due anni vissuti tra incubo, paura di finire in rete e rapporti sessuali forzati.

Vista la delicatezza del caso, la dodicenne è stata scortata dai carabinieri di Sulmona, prima e dopo il colloquio, per garantire la massima discrezione e protezione. I tre giovanissimi sono indagati per violenza sessuale aggravata in concorso e pornografia minorile. Contro ignoti il fascicolo aperto dagli inquirenti per revenge porn. Intanto l’inchiesta continua ad allargarsi. Nelle ultime ore sono spuntati altri due testimoni, un 50enne e un 14enne, rispettivamente padre e figlio che venerdì saranno sentiti dai carabinieri come persone informate dei fatti. È stato il 50enne, preoccupato per il peso e la gravità della vicenda, ad avvertire i militari che ci sarebbero altre persone coinvolte nella vicenda, soprattutto nella diffusione del video, dopo aver letto alcune conversazioni sul telefono del figlio. Per questo i due porteranno nuovi elementi sul tavolo degli inquirenti.

Oggi intanto cominceranno gli accertamenti peritali sui dispositivi informatici sequestrati dai carabinieri della compagnia di Sulmona: telefoni cellulari, tablet e pc e quanto in uso ai tre indagati per capire quante persone hanno ricevuto il filmato incriminato e quante soprattutto lo hanno inoltrato, incappando nel reato. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Alessandro Margiotta, Alessandro Scelli e Raffaella D’Amario, la quale chiarisce che il suo assistito di 17 anni, accusato di aver girato il video poi finito su diversi telefonini, «ha avuto un ruolo marginale nella vicenda visti gli addebiti che gli sono contestati». Al 14enne e al 18enne è contestata la violenza sessuale aggravata e la pornografia minorile in concorso mentre al 17enne solo la produzione di materiale pornografico.

I fatti, secondo l’accusa, risalgono al 2023, quando la ragazzina è stata invitata nei pressi dei giardini del parcheggio di Santa Chiara da un 14enne, un 17enne e un 18enne, i quali (due di loro) avrebbero avuto un rapporto sessuale forzato, immortalato con uno smartphone. Da lì sarebbe partito il ricatto, andato avanti fino a luglio 2025. «Se parli facciamo vedere a tutti quello di cui sei stata capace». Quando da un’amica ha ricevuto il video incriminato, la ragazzina si è accorta di essere stata vittima di revenge porn e ha chiamato il 114, il numero di emergenza interamente dedicato ai minori vittime di abusi. È partita quindi la trafila delle indagini con la minore affidata al cento antiviolenza e agli esperti. Ai carabinieri di Sulmona la vittima ha poi formalizzato la denuncia.

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