Sussidi non dovuti, il Comune richiede 4 milioni ai cittadini

Previsti a bilancio 3,8 milioni di euro di contributi erogati per l'autonoma sistemazione percepiti da cittadini già rientrati nelle case riparate

L'AQUILA. Il Comune batte cassa. Nel bilancio è previsto il recupero di 3 milioni e 800mila euro di contributi erogati per l'assistenza alla popolazione. Chi ha percepito il Contributo di autonoma sistemazione nei mesi successivi al rientro nelle abitazioni riparate - per difetti di comunicazione fra il settore urbanistica e gli uffici dell'assistenza - dovrà restituirlo.

Anche i proprietari di case B e C che hanno usufruito dell'autonoma sistemazione o dell'alloggio negli alberghi nei 45 giorni seguiti alla richiesta di agibilità parziale, potrebbero essere costretti a rendere l'intera cifra. Centinaia e centinaia di famiglie stanno già ricevendo o riceveranno una lettera con cui si chiede, entro 30 giorni, di provvedere alla restituzione delle somme non spettanti. Una vicenda ingarbugliata, sulla quale chiede di fare chiarezza il consigliere comunale, Angelo Mancini.

«Il caso sta esplodendo in questi giorni», spiega, «e i cittadini non ne sono informati. Dopo aver incontrato l'assessore Fabio Pelini, ho chiesto che la questione venga affrontata durante la prossima riunione della commissione consiliare di garanzia e controllo. Va poi coinvolta anche la Struttura per la gestione dell'emergenza, che deve fornire chiarimenti sulla corretta interpretazione delle ordinanze relative all'assistenza alla popolazione».

Ma vediamo nel dettaglio cosa è successo. Chi aveva, dopo il sisma del 2009, la casa di tipo A, una volta usciti gli esiti di agibilità ha avuto 45 giorni di tempo per rientrare nella propria abitazione. E in questo periodo ha mantenuto il Cas oppure l'assistenza alberghiera. Per le case B e C, invece, l'ordinanza del marzo 2010 prevedeva che, dopo aver ottenuto il contributo definitivo per la riparazione, i lavori dovevano partire entro 15 giorni e terminare perentoriamente entro 6 mesi per le B e 7 per le C. Superando questo limite, si perdeva il diritto al Cas o all'albergo.

«È successo che moltissime persone», precisa Mancini, «finiti i lavori hanno richiesto l'agibilità parziale, secondo le indicazioni dei tecnici e del Comune, e hanno continuato a percepire il contributo per altri 45 giorni, il tempo necessario per traslochi e riallaccio delle utenze. Ora però, interpretando l'ordinanza, lo stesso Comune ha deciso che queste somme vanno restituite. E allora», conclude Mancini, «occorre fare chiarezza e, nel caso, prevedere la possibilità di rateizzare il dovuto».

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