Lecce nei Marsi

Tangenti a Roma, i giudici: «Distribuite mazzette al primario per 120 mila euro». Coinvolto un abruzzese

9 Dicembre 2025

Corruzione nella sanità, il giudice quantifica il flusso di denaro verso il medico. Nella vicenda c’è anche l’imprenditore marsicano Maurizio Terra

LECCE NEI MARSI. Nuovi dettagli sull’inchiesta per corruzione nella sanità. Spunta un flusso di denaro di oltre 120mila euro verso il primario romano. Le carte dei giudici parlano di «richieste sempre più pressanti». L’indagine che ha portato all’arresto dell’imprenditore marsicano Maurizio Terra e del primario romano Roberto Palumbo si arricchisce di nuovi elementi, emersi dall’ordinanza di custodia cautelare convalidata dal gip del Tribunale di Roma. Le carte parlano di un sistema di pagamenti sistematici verso il direttore della Nefrologia del Sant’Eugenio, molto più ampio del singolo passaggio di denaro bloccato in flagranza dagli investigatori. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tra il 2018 e il 2023 Palumbo avrebbe ricevuto da Terra e da altri operatori del circuito dialitico somme fino a 120mila euro, destinate – è l’ipotesi accusatoria – a orientare i pazienti verso strutture private convenzionate. Una parte del denaro, emerge dagli atti, sarebbe stata richiesta dal medico con «pressioni sempre più esorbitanti», come riferito da uno degli imprenditori ascoltati. Le intercettazioni, riportate nell’ordinanza, documentano conversazioni in cui si discuteva di «posti da riempire», «turni da garantire» e «pazienti da spostare» fra i centri Dialer, Dialverum e altre cliniche del circuito. Gli investigatori sostengono che il primario fosse «in grado di incidere sul percorso terapeutico delle persone, indirizzandole verso strutture collegate a Terra». Il vantaggio economico sarebbe derivato dal maggiore flusso di pazienti e dal conseguente incremento di rimborsi. Significativa anche la parte dell’inchiesta dedicata ai pagamenti indiretti. Il fascicolo documenta, ad esempio, che nel 2020 e nel 2021 Terra avrebbe saldato per conto del medico affitti, bollette e persino spese personali legate a un appartamento in via Gregorio VII a Roma, utilizzando carte intestate alla società.

IL MECCANISMO  Il sistema, secondo il gip, «era ben radicato e finalizzato a mantenere un rapporto stabile di utilità reciproca». Da parte sua, Terra – che ha ottenuto i domiciliari – continua a dichiararsi estraneo alle accuse. Le indagini proseguono per chiarire la portata reale della rete e verificare il coinvolgimento di altri soggetti del settore.

Il meccanismo descritto dagli inquirenti si basava su una doppia leva: da un lato la capacità del primario di influire sulle destinazioni dei pazienti, dall’altro l’interesse degli operatori privati a mantenere un numero costante di ingressi. In questo quadro, i pagamenti contestati a Terra assumerebbero il significato di «contributi volti a garantire la continuità del flusso», come ipotizzato dal pubblico ministero.

I BENEFIT  Non solo denaro. Le carte descrivono anche benefit non monetari, come l’uso di immobili, carte di pagamento e coperture di spese personali: elementi che avrebbero consolidato, sempre secondo l’accusa, un legame stabile con il primario. In un passaggio dell’ordinanza, viene richiamata la testimonianza di una collaboratrice che riferisce: “un sistema che andava avanti da anni, basato su favori reciproci e richieste continue”. Il quadro complessivo tratteggiato dal gip non coinvolge, al momento, altre figure della sanità abruzzese. Tuttavia, l’inchiesta evidenzia la vulnerabilità del settore dialitico, dove la mobilità dei pazienti può trasformarsi – in assenza di controlli – in terreno fertile per comportamenti distorti. Mentre la posizione dei due arrestati sarà vagliata dal giudice nelle prossime settimane, gli investigatori stanno ora verificando eventuali ulteriori livelli della rete: flussi di denaro, rapporti societari, contratti di fornitura e spostamenti sospetti di pazienti in periodi considerati strategici.

L’arresto dell’imprenditore, noto per i rapporti commerciali con diverse strutture sanitarie del territorio, ha provocato un’ondata di stupore, mentre si teme che ulteriori approfondimenti possano toccare anche realtà abruzzesi, al momento non coinvolte formalmente. In ogni caso va sottolineato il principio della presunzione di innocenza per le parti coinvolte.

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