Tar, diminuiscono i ricorsi a causa della crisi
È stato inaugurato l’anno giudiziario del tribunale amministrativo, relazione del presidente Amicuzzi
L’AQUILA. «La nostra ambizione è quella di diminuire ulteriormente l’arretrato, costituito da 2.138 ricorsi effettivamente pendenti al 31 dicembre 2015, portando avanti una programmazione frutto di una combinazione sinergica tra cause a trattazione ordinaria di più urgente, spedita e/o combinata trattazione, e cause a trattazione normativamente prioritaria, come quelle in materia di appalti e di elezioni». Lo ha detto ieri il presidente del Tar per l’Abruzzo, Antonio Amicuzzi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016. «Sono in carica da circa due mesi», ha ricordato il presidente, «ma ho già avuto modo di avere un sia pure parziale approccio con la realtà locale, in particolare con alcune delle problematiche legate alla ricostruzione, tra le quali spicca il contenzioso legato agli appalti pubblici, che assume particolare rilevanza nell’ambito di quello che è stato definito ’il più grande cantiere d’Europa. Le non eccessive dimensioni del Tar», ha quindi osservato nella sua relazione Antonio Amicuzzi, «costituiscono un indubbio vantaggio, per la vicinanza al territorio di riferimento e, nonostante le difficoltà, il Tar è riuscito nel corso dell’anno 2015 a migliorare la tempestività della risposta alle esigenze di giustizia della popolazione per le questioni di più rilevante impatto». «Le difficoltà che caratterizzano l’attuale situazione», ha aggiunto, «sono evidenti in quanto – sia pure in presenza di fattori incoraggianti rappresentati da un arretrato ridotto rispetto a quello della quasi totalità degli altri Tar, oltreché da un numero di ricorsi definiti nel corso dell’anno 2015 superiore a quello dei ricorsi depositati nel corso dell’anno stesso – non siamo ancora pienamente riusciti a soddisfare l’esigenza del rispetto dei principi costituzionali e internazionali di ragionevole durata del processo». Il numero totale dei ricorsi depositati nel 2015 risulta pari a 674, a fronte degli 895 depositati nel 2014, con una diminuzione del 24% rispetto all’anno precedente. E questo forse anche causa della crisi economica, fare ricorso al Tar infatti non costa poco. «La parte del leone è stata rivestita, nel 2015», ha affermato il presidente del Tar, «dai ricorsi in materia di autorizzazioni e concessioni, di edilizia ed urbanistica, di pubblico impiego, di servizio sanitario nazionale».
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