Tende e roulotte rispuntano in città

Ieri molte famiglie sono andate al mare, oggi riaprono alcune scuole

L'AQUILA. Due tende blu montate sul cortile davanti all'ingresso di una scuola alle porte del centro. È l'immagine di una città capoluogo che fa i conti con il nuovo sciame sismico proprio nei giorni in cui riprende l'attività scolastica. Prima campanella, oggi, per alcune classi degli istituti superiori Ipsiasar, Liceo Artistico, Itc e Itas. E intanto, in città si convive con la paura.

Nel week-end, chi ha potuto è andato al mare più volentieri. Calma vigile per chi è rimasto. Il clima gradevole della domenica di fine estate ha spinto tanti a tornare sulla costa, molto in più di quanto non lo abbia fatto la paura del terremoto. Certo è che tante delle accortezze e precauzioni prese nei mesi successivi alla scossa del 6 aprile 2009, stanno tornando utili in questi giorni. E così è facile vedere, la sera, luci accese in roulotte e camper nei quartieri residenziali. Del resto, sono ancora tante le «case su due ruote» in città.

Per molti altri, è sufficiente dormire con le cose indispensabili a portata di mano, prima fra tutte una torcia tascabile. Perché chi ha vissuto quei momenti drammatici del terremoto ricorda bene le difficoltà a muoversi in assenza di corrente. Le scuole in cemento armato si stanno dotando di qualche precauzione in più, con una o due tende messe nei paraggi.

Serviranno da riparo a bambini e ragazzi in caso di evacuazione dopo una scossa di terremoto. È ancora poco per il Comitato scuole sicure, composto prevalentemente da genitori. «Negli ultimi mesi», dichiara la portavoce Titti Cervale, «abbiamo chiesto più volte un confronto con il direttore regionale, Carlo Petracca, ma non siamo riusciti ad incontrarlo. Così come non siamo riusciti a ottenere dai singoli dirigenti scolastici un report sulle esercitazioni condotte e sulle misure di prevenzione».

Il rientro a scuola sarà completato entro il 20 settembre. In città la percezione dello sciame sismico in atto nel distretto dei Monti Reatini è diversa da zona a zona.

È naturale, per esempio, che chi abita nei quartieri e nelle frazioni ovest dell'Aquila viva questi giorni peggio di quanto non succeda a chi ha casa nella parte est. Le scosse strumentali vengono avvertite distintamente nei quartieri di Pettino, Coppito, Pile e Sant'Antonio. Minore è la percezione nell'area est.

«C'è meno gente in giro questa domenica e questo non lo si può negare», spiega Sergio Fattore, titolare di un'edicola in zona Acquasanta, «ma la situazione è nella norma».

Impressioni simili quelle di Antonio Germanò, tra i soci del circolo Acli della parrocchia di Santa Maria Mediatrice a Valle Pretara.

Tra i commercianti c'è a chi le cose vanno male, come Matteo Mele, parrucchiere di via Castello, rimasto con pochi clienti a causa della chiusura del centro disposta fino a domani dal sindaco, Massimo Cialente.

Ad altri le cose vanno addirittura peggio, come a quei titolari delle attività che si trovano dentro la zona rossa, che oltre al mancato guadagno di una settimana, subiranno una perdita di materiali e scorte deperibili.

Decisamente meglio le cose nei centri commerciali che in questi giorni restano unico punto di riferimento per famiglie e teenager.

«Sabato pomeriggio era pieno qui», commenta Sandro De Notariis, dal banco di un negozio artigianale all'interno dell'Aquilone.

«E anche in questa domenica, fatte le dovute proporzioni, non ci si può lamentare. Il problema sono questi sms che arrivano», aggiunge mostrando il suo cellulare. «Dicono della possibilità di una scossa entro martedì?».

In realtà, chi ha avviato questo tam tam, ha male interpretato il comunicato diffuso dall'Ingv, dove si parla del 2% di possibilità di una scossa superiore ai 4 gradi di magnitudo. Ma tanto basta per diffondere la paura.

Per chi ha già vissuto la tragedia», spiega ianfranco Fonzi «è un incubo che si ripropone». Il resto lo si trova sui social network.

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