Terremoto, Boschi: "Valutiamo stop alle notizie" Bertolaso: "Ci sono troppi profeti di sventura"

Il capo della protezione civile: "Segno negativo il prevalere dell'urlo e dell'emozione sul ragionamento". Il presidente dell'Istituto di geofisica: "Stiamo valutando di non pubblicare più i dati sul nostro sito. Colpa è dei giornalisti"

L'AQUILA. "Noi stiamo valutando di smettere di informare, e di non rendere raggiungibili i nostri dati via web, perché vengono usati per arrivare a conclusioni che non stanno né in cielo né in terra", lo ha dichiarato Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Con questa presa di posizione Boschi risponde al messaggio inviato da Guido Bertolaso al congresso della Società geologica italiana. "Leggo come segno negativo", ha scritto il Capo Dipartimento della Protezione civile, "l' affermarsi di profeti di sventura al posto di chi ha scelto la scienza della terra come ragione di vita, il prevalere dell'urlo sul ragionamento, il sovrabbondare dell'emozione suscitata con i metodi mediatici rispetto all'affievolirsi delle voci che ragionano, studiano, analizzano e apprestano soluzioni".

In pratica l'Ingv sta meditando di smettere di rendere pubblici i dati sui terremoti per evitare che vengano travisati. Secondo Enzo Boschi i principali responsabili, continua l'esperto, sono i media: "La colpa è dei giornalisti", afferma Boschi, "e dei politici locali che hanno la responsabilità in caso di terremoti perché non controllano le strutture, ma cercano di scaricarla. Poi ci sono coloro che sono desiderosi di apparire, e che trovano sempre qualcuno che voglia fargli fare uno scoop".

Boschi condivide anche un'altra affermazione di Bertolaso, secondo cui in Italia si sottovaluta il rischio sismico: "Noi lo diciamo da 30 anni", afferma Boschi, "ma ogni volta che c'è un terremoto c'è la solita sceneggiata. Basterebbe verificare la tenuta degli edifici, abbandonare quelli che non resistono al sisma e ristrutturare quelli per cui è possibile intervenire, oltre a costruire gli edifici nuovi in maniera antisismica. In Italia invece si costruisce male, perché tutto diventa un affare, e non si fanno i controlli. In Giappone e California, stati sismici e ricchi come l'Italia, si è riusciti in questa impresa, ma da noi se ne parla da 30 anni ma non si è fatto nulla".
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