TERREMOTO Mancato allarme, Onna denuncia esposto alla commissione Grandi rischi

In Procura esposto dei residenti contro la commissione Grandi rischi. In mano ai pm studi di sismologi che contraddicono le valutazioni della commissione. Sono oltre cento finora le possibili parti civili pronte a costituirsi nel processo penale

L’AQUILA. Arriva anche da Onna una denuncia contro la commissione Grandi Rischi. Infatti, tempo addietro, un gruppo di cittadini della frazione che ha pagato il più alto tributo di vittime per il sisma, si è rivolto a un legale per fare chiarezza sul mancato allarme.

ONNA
. Queste denuncia, come del resto altre segnalazioni alla polizia giudiziaria fatte in precedenza, è stata corredata da interviste rilasciate sia su carta stampata che televisive, con le quali sono state date le incaute rassicurazioni alla gente; ma anche da studi di sismologi secondo i quali forse si doveva prestare maggiore attenzione allo sciame che ha preceduto la tremenda scossa del 6 aprile. L’esposto, nel quale si ipotizza il reato di omicidio colposo plurimo, è stato presentato tramite l'avvocato Fabio Alessandroni.

Onna è stata la frazione aquilana più martoriata dal terremoto: 40 le vittime a fronte di poco meno di quattrocento residenti.

Questo strumento giudiziario è l’unico, per quanto riguarda la frazione di Onna, per poter chiedere giustizia per i propri morti. Infatti tutti i crolli che si sono verificati in quella piccola frazione sono stati inizialmente oggetto di sopralluoghi da parte di consulenti della procura. Ma fin da subito, nella stragrande maggioranza dei casi, si è capito che era impossibile avviare una istruttoria credibile. Anche perchè quelli crollati sono edifici costruiti spesso oltre un secolo fa e, dunque, inadatti a resistere a una scossa di terremoto potente come quella di magnitudo 6.3. Inoltre, seppure si fosse voluto approfondire, sarebbe stato davvero difficile esaminare strutture in pietra letteralmente sbriciolate.

ALTRI ESPOSTI
. Finora sono una trentina gli esposti presentati alla procura, tramite i familiari delle vittime, ognuno dei quali contempla molti sottoscrittori. Ne consegue che sono già decine e decine, forse già un centinaio, le parti offese pronte a chiedere la costituzione di parte civile qualora l’indagine, portata avanti dai Pm Alfredo Rossini e Fabio Picuti, dovesse andare molto avanti. Del resto se sono molte già adesso le persone che hanno già avviato decise azioni giudiziarie è prevedibile che altrettante si faranno avanti in futuro visto che il termine per la costituzione di parte civile è quello dell’udienza preliminare: data ancora molto lontana in una inchiesta che deve ancora definire gli indagati.

PRIMA DENUNCIA
. L’inchiesta è stata avviata dalla procura aquilana dopo la denuncia presentata il 17 agosto 2009 dall’avvocato Antonio Valentini nella quale si avanzavano grosse perplessità sull’atteggiamento della commissione. Nella stessa denuncia si indicarono sette persone, familiari di altrettante persone decedute, pronte a testimoniare che i loro cari erano restati a casa dopo le prime scosse in seguito alle rassicurazioni date da persone più esperte di loro.

IL NODO
. Al di là dei contributi tecnici e dossier forniti a tutto campo dagli autori degli esposti, il punto nodale che accumuna tutte le denunce gira sempre intorno alla stessa domanda: perchè sono state rilasciate dichiarazioni rassicuranti da persone autorevoli sulle conseguenze dello sciame sismico precedente al 6 aprile visto che i terremoti non sono prevedibili?.

SVILUPPI. Le indagini, sulle quali il pm Alfredo Rossini, non intende fare alcun commento, sono affidate alla squadra mobile e alla squadra di pg della polizia di Stato che hanno ascoltato circa 50 persone informate sui fatti. Nelle passate settimane il procuratore capo aveva sottolineato che la svolta su questo atteso filone non era imminente. Da fonti interne della procura è poi emerso che i pm avrebbero atteso lo svolgimento delle elezioni per non influenzare il clima politico con una inchiesta i cui esiti avranno risonanza nazionale.

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