Thales Alenia, 70 assunzioni

Lo stabilimento esce rafforzato dal piano di riorganizzazione

L'AQUILA. In attesa della posa della prima pietra del nuovo stabilimento, con una cerimonia prevista a fine ottobre, arrivano ancora buone notizie per il sito aquilano della Thales Alenia Space.
Il piano industriale e di riorganizzazione dell'azienda leader nel settore spaziale - presentato ieri ai sindacati durante il coordinamento nazionale del gruppo - conferma la volontà di concentrare all'Aquila l'attività produttiva e in questa prospettiva parla di un cospicuo aumento occupazionale: circa 70 unità che andrebbero ad aggiungersi agli attuali 300 dipendenti.
Si tratterebbe in parte di trasferimenti da altre sedi italiane e in parte di nuove assunzioni.
Insomma, dalla proposta di rimodulazione degli assetti produttivi e industriali di Thales Alenia Space Italia, il sito aquilano non subisce ridimensionamenti, ma esce addirittura rafforzato.
Un segnale forte, che si innesta all'intera operazione di investimento e sviluppo annunciata dal management internazionale dopo il sisma del 2009. Un piano da 50 milioni di euro, per ricostruire il complesso industriale reso inagibile e ampliare l'attività produttiva. Nel nuovo stabilimento che sarà realizzato a Campo di Pile, in un'area di 14 ettari, verrà ospitata anche la Selex. Dall'ultimo vertice in prefettura, una settimana fa, è emersa la novità di voler trasformare l'azienda aquilana nel centro di riferimento per la produzione della componentistica elettronica ed è stato dettato il cronoprogramma degli interventi, riferito al primo lotto del cantiere: il 10 ottobre scadranno i termini per l'aggiudicazione dell'appalto, che verrà assegnato il 14, con la firma del contratto il 21 e il 28 ottobre l'avvio dei lavori, che dovrebbero concludersi in 18 mesi.
«Il piano industriale e di riorganizzazione di Thales Alenia Space Italia», spiega il segretario provinciale della Fiom Alfredo Fegatelli, «deve essere naturalmente oggetto di ulteriori approfondimenti, ma contiene novità importanti per il sito aquilano. In primis c'è la conferma di trasferire nel capoluogo abruzzese tutta l'attività produttiva nazionale, che finora è distribuita tra L'Aquila e Milano. In base a queste indicazioni, in Lombardia verrebbe concentrata l'ingegneristica e per il nostro stabilimento ci sarebbe un aumento occupazionale di circa 70 unità, frutto di alcuni trasferimenti da altre sedi e di nuove assunzioni. Dal riassetto generale, dunque, L'Aquila esce rafforzata e questo significa che gli impegni presi dopo il sisma sono stati rispettati. Nel frattempo», conclude Fegatelli, «sarà compito delle organizzazioni sindacali valutare l'intero meccanismo di riorganizzazione, per evitare ad esempio il rischio che alcune lavorazioni possano essere spostate altrove».
Massima attenzione, da parte dei sindacati locali, anche per tutelare le professionalità già presenti: «Il piano apre grandi prospettive per il sito aquilano», aggiunge Cinzia Ghizzoni, della segreteria Cgil, «ma il nostro auspicio è che non diventi esclusivamente un centro riservato alla produzione e si possano mantenere le attuali eccellenze nel campo dell'ingegneria e della tecnologia. I cervelli devono cioè restare all'Aquila, per rendere lo stabilimento sempre più competitivo e all'avanguardia».

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